un impiegato in favela

Posts Tagged ‘favela Rocinha’

COVID-19 nelle favelas, favelas abbandonate

In Finestra sulla favela Rocinha on 26 marzo 2020 at 16:19

Finestra sulla favela (Rocinha), di Un impiegato in favela

(foto di Antonio Spirito)

Il Cristo Redentor è un’opera metaforica che coinvolge la città di Rio de Janeiro come simbolo dell’intera umanità sulla quale il Cristo veglia; l’umanità con i suoi motivi di gioia, le ingiustizie e la violenza. Dalla cima della collina Dois Irmãos, sulla quale giace la favela Rocinha, la vista di Rio de Janeiro è meravigliosa, ma da qui il Cristo è voltato di schiena.

COVID-19 da diverse settimane ha raggiunto l’America Latina ed ha raggiunto il Sudamerica. Il Brasile non è stato risparmiato: ad oggi (26 marzo) conta più di 2.500 casi confermati (aumentati dai circa 200 di metà marzo).

Il Brasile è una realtà vastissima e complessa per varietà geografica, climatica e sociale. Rio de Janeiro include molte di queste diversità. Più di tre milioni dei suoi dieci milioni di abitanti sono costretti nelle più di mille favelas. Le favelas sono afflitte da molte angosce: l’emarginazione etnica (una buona parte della popolazione delle favelas è di origine etnica afro o indigena, in generale ha la pelle più scura che nei quartieri più abbienti che si trovano sull’altro lato della strada) e sociale (le favelas ospitano quelle fasce di lavoratori che sono il motore della città – operai, conducenti di autobus, domestiche – ma che ricevono le retribuzioni più basse); la presenza del narcotraffico e della prostituzione forzata, la miseria diffusa, alimentano ulteriormente la segregazione. Da più di un secolo gli abitanti delle favelas non vedono rispettati i loro diritti fondamentali. Diritto alla salute: la speranza di vita media degli abitanti di favela si aggira attorno ai 65 anni (dall’altro lato della strada le cifre sono paragonabili al nostro Occidente). Per esempio, si muore di malattie in molti luoghi del mondo debellate, quali la tubercolosi (gli spazi ristretti di un’urbanizzazione a tratti incredibilmente caotica aumentano l’umidità e con essa la diffusione dei batteri) ma anche la leptospirosi (il contatto diretto tra essere umano e ratti di fogna è ancora possibile, mentre nell’Occidente civilizzato è stato risolto grazie all’invenzione del sistema fognario); l’AIDS, soprattutto nelle favelas di periferia, le favelas delle favelas, dove è diffuso il crack, che provoca grave degrado e prostituzione forzata.

(foto di Antonio Spirito)

Nella traduzione dell’articolo di UOL si ricorda come un gesto semplice e necessario come lavarsi le mani non possa essere praticato dove l’acqua corrente

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Trentatre: figli del sole

In Finestra su Longacres, Finestra sulla favela Rocinha, Lookman, l'uomo che guarda on 6 luglio 2018 at 15:05

Da Finestra su Longacres, Di A.

“We are the children of the sun
Our journey’s just begun
Sunflowers in our hair

We are the children of the sun
There is room for everyone
Sunflowers in our hair”.
(Dead Can Dance, Children of the sun, Anastasis)

cieli e bimbi sierra leone favela rocinha zambia tre monologhi

MONOLOGO NUMERO QUATTRO
La cosa che più mi piace vedere dalla finestra è il sole tondo tondo, caldo e rosso. Mi fa sentire protetta ed amata anche adesso che vivo lontana dalla mia mamma e dalla mia casa. La zia è gentile, si prende cura di me e di tanti altri bambini, è la maestra della scuola comunitaria. Ieri mi ha insegnato a contare fino a cinquanta, faccio ancora qualche errore, ma ora so che tre anni sono pochi: la zia ne ha ventisette e la mamma diciotto, ho finito tutte le dita! Ah no, forse per la mamma mi rimangono ancora due o tre dita del piede sinistro… invece, per contare gli anni che ho mi basta mezza mano destra. Ma io sono grande lo stesso: so allacciarmi le scarpe, vestirmi e lavarmi da sola, cucinare la nshima senza bruciacchiarmi la pelle e pure usare la fionda meglio dei maschi della mia classe. Il sole scalda la terra e l’asfalto, me e i capretti che come me non hanno la mamma con sé. Chissà se anche la loro mamma si è messa a studiare per gli esami di fine anno e non aveva più tempo per loro. La mia dice che dovrò stare qua a nord ancora per tre anni. Ma tre anni, io lo so, sono tanti e sono lunghi, si può anche dimenticare di volersi bene. E se lei si dimentica di me, io avrò comunque il sole che si specchia sul lago Tanganika ad accarezzarmi la pelle. Il mio nome è Prisca e vivo a Mbala, al confine con la Repubblica democratica del Congo, in Zambia.

MONOLOGO NUMERO CINQUE
Mh mh! La cosa che più mi piace Leggi il seguito di questo post »

Un giorno di libertà, un giorno di umanità

In Ad Antonio Spirito, Finestra MEMO, Finestra su Longacres, Finestra sul Ponte Lambro, Finestra sulla favela Rocinha, Finestra sulla Nigeria (del nord), Finestra sulla Sierra Leone, Finestra sulla Sierra Leone Il ritorno, Finestra sulla terra, Il libro della Finestra, Lookman, l'uomo che guarda on 4 luglio 2018 at 15:17

marianina, favela rocinha

Sei anni fa nacqui, da allora mi tenni affacciata come una namoradeira alla favela Rocinha di Rio de Janeiro ed alla sua grande umanità, oltre i pregiudizi sulla sua presunta pericolosità; alla Sierra Leone colpita dall’ebola ed all’umanità che l’epidemia ha in parte cancellato (a proposito, a questi tempi, in molti lamentavano che il virus potesse raggiungerci coi barconi); alla Sierra Leone che recuperava il trauma ed era già stata dimenticata ed alle sue remote comunità rurali; alla Nigeria del nord-est, quella di Boko Haram, ed al conflitto armato che l’affliggeva; al Medio Oriente, a Damasco sotto i mortai, alla sua storia antica, a un ponte iracheno sul fiume Tigri divelto dall’ISIS, al Libano della decennale guerra civile e poi al deserto, da dove si scorgeva all’orizzonte un puntino che prendeva forma fino a giungere a tuo cospetto: era un uomo misterioso proveniente dalle dune per soccorrerti, non distante da Amman; mi tenni affacciata fino a Longacres e all’umanità “dei detenuti e dei detenenti” delle carceri zambiane e dei loro amori, quelli vissuti e perseguitati ai tempi del colera; mi affacciai alla storia di Lookman, che è stato con noi a lungo; mi affacciai persino al Ponte Lambro, mi affacciai a tutta questa grande umanità.

Per i il sesto compleanno di Finestra sulla favela, Leggi il seguito di questo post »

Dopo un lustro ancora Namoraidera

In Finestra MEMO, Finestra sulla favela Rocinha, Finestra sulla Nigeria (del nord), Finestra sulla Sierra Leone, Finestra sulla Sierra Leone Il ritorno on 2 luglio 2017 at 13:51

Da Finestra MEMO, Di Un impiegato in favela

“Prendi la strada che porta fortuna, scegli la via che va sulla luna” (Vasco)

Da Rio a Freetown alla nigeria al ME

In questi giorni, tutte le namoraideras che, affacciate alla Finestra, si sono lasciate andare a sogni e amore per l’unica grande umanità della quale facciamo parte, sono autorizzate, se lo desiderano, a staccare lo sguardo dal cielo, o a rivolgerlo lassù in modo ancora più intenso, per festeggiare il quinto anno de Finestra sulla favela. Siamo partiti dalla Maggie’s farm, siamo stati accolti da una folla di bimbi dagli occhi frizzantini in ciabattine, pantaloncini e magliettina: correvano sul dorso di una collina per andare a scoprire qualche novità. Siamo tornati a Ponte Lambro, abbiamo capito che l’epidemia di ebola era qualcosa che stava accadendo a persone vere, abbiamo imparato a conoscere una crisi umanitaria ancora oggi ignorata, quella nigeriana, o meglio del lago Ciad (mentre ci si preoccupa degli sbarchi e non si vuole capire che vengono per una gran parte proprio da là); ricongiungendo due parti di umanità che di solito si trascurano a vicenda, abbiamo vissuto il sogno di un volo, restando appesi ad ogni frammento di positiva concretezza che ogni favola che non è favola ma storia vera ci ha concesso. Siamo atterrati in un paese lontano, o meglio, medio-lontano.

A namoraidera: il  mezzo busto di legno che raffigura una ragazza di pelle nera che, con il viso appoggiato al palmo della mano, guarda il cielo trasognata e sospirante

A namoraidera

Nei prossimi giorni resta affacciata, o namoraidera, perché Leggi il seguito di questo post »

Finestra sulla finestra sulla favela

In Ad Antonio Spirito, Finestra sulla favela Rocinha, Garagem das Letras, Il libro della Finestra on 24 marzo 2017 at 12:34

Da Finestra sulla favela (Rocinha), di Un impiegato in favela

finestra sulla favela garagem das letras contest antonio

C’era un fotografo, c’era la foto di una finestra sulla favela, c’era un impiegato che si ritrovò in favela e su di essa aprì una finestra, c’era un garage di favela che si trasformò in caffè letterario e officina di professionalizzazione di favela, c’era… anzi, c’è un corso di fotografia organizzato nel caffè letterario e dedicato al fotografo che ci manca tanto.

Ecco un messaggio da Il Sorrio dei miei Bimbi Onlus: “Inizia oggi Leggi il seguito di questo post »