un impiegato in favela

Pollyanna in favela

Giurista, sportiva, amante della natura e dei dolci, curiosa. Mi chiamo Beatrice, le amiche mi chiamano Pollyanna perché… be’ il perché potrà forse risultare evidente a chi vorrà affacciarsi a questa Finestra, per il momento basti dire che mi piace focalizzarmi sul bello del mondo. Mi chiamo Beatrice, o Pollyanna, come preferite, e sono tante cose. Forse ho anche tante personalità, ma remano tutte nella stessa direzione: leggere la vita col sorriso e coi colori. Nonostante tutto.

Cerco di guardare il mondo con occhi di bambina, lasciandomi stupire ogni giorno di questa meraviglia che é il Pianeta Terra.

Ho sempre amato viaggiare e scoprire nuove culture, nuovi piatti e nuove parole; incontrare, ascoltare e confrontare. Ascoltare… l’ho sempre preferito al parlare perché è il primo passo verso ciò che voglio fare nella vita: imparare ed evolvere a prescindere dall’età anagrafica.

Da qualche anno ho unito tutte queste passioni e lavoro in giro per il mondo, in luoghi incredibili e con persone uniche che rendono le mie giornate speciali e memorabili. E sì, a volte anche un po’ stressanti!

È successo tutto un po’ per caso, anche se mi piace pensare che il disegno era già pronto e dovevo solo trovare i colori giusti per dargli vita e riempirlo dei miei sogni. Ci è voluto coraggio e anche un pizzico di incoscienza: lasciare il percorso da apprendista magistrato, perdere ogni riferimento e uscire da quella comfort-zone che rassicurava, ma non soddisfaceva.

È iniziato tutto grazie ad un’amica, durante un periodo di lacrime e dubbi: un prezioso suggerimento e un briciolo di follia.

Adesso vivo una poesia.

Non che non ci siano paure, lacrime, sconfitte e frustrazioni, ma almeno ho iniziato a vivere e non è più sopravvivere, amando quello che faccio e sentendomi felice. Incondizionatamente. La distanza dall’Italia e dagli affetti è complicata, ma non impossibile da affrontare: richiede impegno, amore, pazienza e dedizione. L’attesa e le farfalle allo stomaco (o pesciolini fritti, come mi piace identificare quella sensazione), sono vibranti e danno serenità e conferme.

Adesso vivo ad Haiti, ai Caraibi, nella parte povera e sfortunata della Isla Hispaniola: l’altra faccia di Santo Domingo. Apro una finestra su questo luogo, su un Paese complicato e pieno di contraddizioni, ma le cui storie riempiono gli occhi e avvolgono come un vento caldo.

Ti va di accompagnarmi in questo viaggio?

Una volta di più, abre a janela! Oppure, come è forse più appropriato da queste parti, ouvre la fenêtre! Qui puoi trovare tutti i racconti di Finestra su Haiti.

Chi è che sta in favela?

Finestra su cosa?

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