Questo articolo vuole essere il primo della nuova categoria “strade di Rocinha”, sotto la quale il caro follower, che potrebbe essere un tipo curioso, o uno impegnato a conoscere che cosa c’è aldilà di un muro, oppure un impiegato che desidera sapere che cosa potrebbe vedere se improvvisamente venisse ribaltato dai suoi uffici ad una favela sudamericana; qualsiasi cosa esso sia, chiunque egli sia, potrà conoscere da un luogo remoto, una per una e con ragionevole quantità di dettagli, le strade della favela Rocinha. Se ne avrà voglia potrà condividere con altri, perché una due tre o cento finestre sulla favela sono come altrettanti riflettori, che potrebbero far luce su una favela – emblema di emarginazione e di abbandono dell’umanità da parte dell’umanità – quel tanto che basta da farla sentire meno sola. Le strade numerate della Rocinha sono 4 (dalla 1 alla 4); la serie dei quattro articoli a queste dedicati parte dalla quarta.
La rua 4 è la strada scoscesa che percorre chi, partendo dalla rua Dioneia, a metà della collina sulla quale si arrampica la Rocinha, deve arrivare alla parte bassa, alla rua via Apia, la via così intitolata dagli italiani che nei primi del Novecento contribuivano in parte alla fondazione di questo agglomerato di case senza urbanizzazione, abusivo e tollerato, come conseguenza di uno dei loro flussi migratori verso le Americhe: spesso sceglierà di percorrere la rua 4, quella delle case popolari, chi deve arrivare alla rua via Apia partendo dalla rua Dioneia; per esempio per raggiungere la sede delle iniziative de Il Sorriso dei miei Bimbi – progetti in favore dei bimbi e dei giovani di Rocinha.
La costruzione delle case popolari avviene per iniziativa del 2010 del Governo . Un vicolo della larghezza di un metro e mezzo da muro a muro è stato trasformato in una strada sufficientemente larga da farci viaggiare un autoveicolo, con la demolizione delle case vecchie e la costruzione delle nuove; ciascuna di queste oggi appare come un quadrato colorato di giallo, verde, viola, rosso, rosa, azzurro; una composizione di tasselli colorati, un quadro di Mondrian tridimensionale. Lungo la strada, inverdita di fiori e piante per l’iniziativa personale degli abitanti, sono state create alcune piazze dove si fa palestra, i bambini giocano e tutte le domeniche sera il samba in persona parla con la gente. In fondo alla strada si trova una delle discariche a cielo aperto di Rocinha, dove ogni giorno vedi qualcuno che – scalzo o dotato di awaianas – ci si immerge, ci affonda le mani e, insieme ai cani randagi, rovista alla ricerca di cibo, di mobili da rinvigorire, di stereo da aggiustare, di materassi, mattonelle, pezzi di legno o di alluminio. Davanti a questo fenomeno di riciclaggio dell’immondizia, a questa raccolta di rifiuti resa differenziata dal meticoloso lavoro di alcuni degli abitanti più poveri di Rocinha, i passanti restano indifferenti perché abituati all’immagine, i cani imitano gli uomini nell’indifferenza come nel riciclaggio, i bambini fanno scoppiare petardi o fanno volare aquiloni; oppure la sera, nei periodi di festa, qui davanti fanno brillare stelle filanti che luccicano illuminando i loro sorrisi e i rifiuti della discarica che giacciono dietro le loro spalle. Il Governo di tanto in tanto produce opere quali questa delle case popolari, un caffè letterario in stile europeo poco frequentato dai bambini e dai ragazzi di Rocinha; un centro sportivo; un campo da calcetto e un centro sanitario che si trovano nella zona bassa, nella più estrema periferia della favela, lontano dalla maggior parte dei suoi moradores (degli abitanti), vicino alla strada di maggiore percorrenza e visibilità di coloro che sono di passaggio provenendo dal centro della città. Esiste un video che presenta queste iniziative, curando di mostrare immagini confortanti, di ordine e di salute e facendo apparire la Rocinha come un paradiso, un luogo ideale, dove i problemi del passato sono stati risolti e forse non ci sono mai stati.
Dalla rua Dioneia, almeno nell’ultimo mese e mezzo della permanenza di chi scrive, ma forse anche da prima, gli abitanti hanno assistito allo scorrere incontrollato di un fiume di acqua, fango e fogna trasudante dalla strada. Hanno dovuto aggiustarsela da soli, quando la falda è diventata inaccettabilmente copiosa. I cani randagi che qui si erano insediati perché avevano individuato una facile fonte di abbeveraggio, dopo la riparazione, sono dovuti emigrare altrove. Siamo a ridosso delle elezioni municipali di Rio de Janeiro e Rocinha è tappezzata di manifesti del sindaco uscente, Eduardo Paes. Oggi sono state asfaltate due delle strade dove si riesce a passare con un auto, la rua caminho do Boiadeiro e la rua Dioneia.
[…] rua 3 parte dalla cima della rua 4, dove sono state costruite le case popolari: recente e appariscente progetto di ristrutturazione ad […]
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[…] un dispiegamento di bimbi di giovani di adulti e i visi sono quelli che vedi in rua tres, o in rua quatro, come in rua um, e nei vicoli che si avvicendano a partire dal beco do rato molhado per finire in […]
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