un impiegato in favela

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Più di ventimila, meno di tre mesi

In Finestra sulla favela Rocinha on 30 marzo 2014 at 03:30
Mi chiamo Marco Loiodice, un ex-impiegato in favela, la favela Rocinha #finestrasullafavela (foto di Stefano Frigerio)

un ex-impiegato in favela, la favela Rocinha #finestrasullafavela (foto di Stefano Frigerio)

L’autunno avanza, e a quest’ora è già buio. Le stagioni sono capovolte, e le favelas sono mondi capovolti sui dorsi delle colline. L’inferno lo incontri risalendo una ripida scalinata, come marzo è preludio dell’inverno. Quando è inverno fa caldo e il cielo è blu, e lassù, su per i vicoli dell’inferno, che sia inverno o estate, è tutta vita.

Appaiono inferni, agli abitanti di fuori, e si rivelano tutta vita a chi di loro entra a conoscerli. Per gli abitanti di dentro sono paradisi, paradisi senz’acqua, senza scuola; paradisi di cascate di fogna, e di angeli in divisa che ti puntano i fucili addosso, e di altri angeli, senza divisa, che muoiono dissanguati in un angolo remoto. Al limite tra l’inferno e il paradiso, sono luoghi di grande emarginazione e auto-emarginazione. Condividere, raccontare, è Leggi il seguito di questo post »

Dentro o fuori?

In Finestra sulla favela Rocinha, Il popolo di Rocinha, Oltre la favela Rocinha on 9 dicembre 2013 at 19:35

Il Cristo e Rio dalla Rocinha e dalla #finestrasullafavela (foto di Claudio Ghisoni)

– Stai dentro o stai fuori, meu querido?

– A che cosa, mané?

– Alla Comunità, stai dentro o stai fuori? Leggi il seguito di questo post »

Matheus e la deriva dei continenti

In Finestra sulla favela Rocinha, Il popolo di Rocinha on 23 novembre 2013 at 13:24

Il pollo allo spiedo lo gira, lo rigira, lo solleva e lo taglia un uomo piccolo, molto magro, con gli  zigomi sporgenti e le guance scavate, le orecchie e il naso allungati dall’età, pochi capelli a spazzola grigi e pochi denti; indossa sempre la stessa maglietta gialla con lo stemma del locale, troppo larga per lui; carica sulla schiena casse di birra senza smorfie e senza sospiri, con la rassegnazione che fa apparire l’azione senza sforzo. Qui, al ristorante del pollo allo spiedo, c’è la televisione appesa in alto, posizionata a metà tra i tavolini dentro e quelli fuori che invadono la estrada da Gávea, intralciando il passaggio di auto, moto, autobus, camion e pedoni. Quando c’è la partita del Flamengo il ristorante si riempie. Nel corso delle poche serate libere dal calcio, danno una telenovela di produzione brasiliana, molto popolare.

Le vicende si svolgono in salotti ampi, luminosi e ventilati, arredati di divani larghi e paffuti, e di lampadari enormi e luccicanti. Leggi il seguito di questo post »