un impiegato in favela

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Trentasei: umano, troppo umano

In Finestra su Longacres on 18 Maggio 2018 at 17:54

Da Finestra su Longacres, Di A.

“I’ll show you| that all our fate are so entwined| don’t lose your fate in humankind| just don’t forget my state of mind| is fragile
Together| we can enjoy the taste of dignity| as long as you believe in me| I’ll show you my reality| I’ve seen a few.
There is another refugee”
(Refugee, Laughter Through Tears, Oi Va Voi)

MONOLOGO NUMERO UNO

Finestra su Longacres Zambia:  trentasei

Sono nata nella regione del Katanga, in Repubblica Democratica del Congo, e sono cresciuta senza padre o fratelli: Mobuto Sese Seko ha assassinato tutti gli uomini della mia famiglia. Da sei anni vivo in Zambia, lavoro come infermiera in una clinica della Western Province. Mio marito ed i nostri otto figli invece vivono in un villaggio del Tshikapa, nella regione del Kasai, in Repubblica Democrática del Congo al confine con l’Angola. Prego tutti i giorni affinché non rimangano uccisi dall’esercito, dai ribelli o dalla fame. Dal 1996 ho pianto sei milioni di fratelli, per metà bambini, ma nessuno se ne è preoccupato. A nessuno importa della guerra civile nel Kasai, siamo Leggi il seguito di questo post »

Trentasette: il porcile

In Finestra su Longacres on 7 Maggio 2018 at 13:01

Da Finestra su Longacres, Di A.

– Quindi, riassumendo, mi sta dicendo che in tre celle…

Ndr. Questo racconto era ispirato all’esperienza diretta vissuta in un carcere di un paese dell’Africa meridionale, dove si è constatata una situazione di violazione di diritti umani, fino forse alla tortura. Un carcere remoto e dimenticato.
Ci è stato consigliato da persone che lavorano attorno a quel contesto di eliminare il racconto perché “potenzialmente oltraggioso per le autorità di quel paese”.
Consapevoli della modesta portata di questa finestra, seppur contravvenendo a qualche principio morale, per cautela e sicurezza assecondiamo la richiesta praticando autocensura, sperando che questa scelta possa portare ad una riflessione più approfondita anche presso chi l’ha richiesta, e riservandoci di ri-pubblicare più avanti, dopo averci riflettuto.

Finestra sulla favela continuerà a raccontare nel consueto stile, in forma letteraria, nel rispetto dei fatti e delle persone reali, anche con lo scopo di trattare e rendere noti a chi vi si voglia affacciare umanità trascurata e fatti di ingiustizia.

Finestra su Longacres continua

Sette istanti

In Finestra MEMO, Finestra su Longacres, Finestra sul Ponte Lambro on 9 aprile 2018 at 17:35

Da Finestra MEMO , Finestra su Longacres, Finestra sul Ponte Lambro, Di A. e Un impiegato in favela

Finestra sulla favela immagini in bianco e nero

Damasco, Siria

Qual è l’istante in cui il sole sorge o tramonta? Lo facevi quel gioco? Hai mai provato a fissarlo con precisione, a cogliere proprio quell’istante al limite tra il giorno e la notte, tra la fine e l’inizio? Io lo so qual è quell’istante: è lo stesso in cui nasce un’idea; lo stesso in cui si prende una decisione, lo stesso in cui si scatta una fotografia e quello in cui qualcuno preme il grilletto e Leggi il seguito di questo post »

Trentotto: la madre di Elijah

In Finestra su Longacres on 30 marzo 2018 at 09:43

Da Finestra su Longacres, Di A.

“Però è vero che ce sta una giustizia, a questo mondo…
Uno soffre, ne passa di tutti i colori, ma poi viene il momento d’esser felici per tutti”.
(Le notti di Cabiria, Federico Fellini)

Finestra su Longacres trentotto

Ciao, il mio nome è Chichi, ho tre figli, nessun marito e da due settimane sono rinchiusa nella cella di una prigione perché ogni giorno, a margine della strada, griglio le carni di manzi e capretti e ogni notte, a margine della stessa strada, offro la mia, di carne.

La mia carne è l’unico patrimonio che posseggo, Leggi il seguito di questo post »

Trentanove: Elijah (con VIDEO)

In Finestra su Longacres on 23 marzo 2018 at 19:31

Da Finestra su Longacres, Di A.

“Set the table, those three extra places:
one for me, one for your doubts, and one for God”
(Elijah, The Coroner’s Gambit, The Mountain Goats)

Trentanove Elijah Finestra sulla favela Zambia Longacres

– Ciao, il mio nome è Elijah. Hey tu, sì, dico proprio a te, affacciati alla Finestra e dimmi come ti chiami!
– Il mio nome è A., Elijah, e vengo da lontano. Se mi affaccio, se ti seguo, mi presti i tuoi occhi?

Ti farò guardare questo mondo dai miei occhi marroni, marroni come i tuoi. Che poi del mio Paese non conosco niente, Leggi il seguito di questo post »