un impiegato in favela

Posts Tagged ‘polizia pacificatrice’

Un fine settimana in guerra

In Finestra sulla favela Rocinha, Storie di Pacificazione on 17 febbraio 2014 at 21:39

Due volanti della polizia pacificatrice sfrecciano a sirene spiegate lungo l’Avenida Niemeyer, che mette in comunicazione Leblon alla Rocinha, passando da Vidigal, via lungomare. Il cobrador dell’autobus, già stanco di una notte di lavoro ormai sul finire mentre si sono fatte le quattro del mattino, infastidito da due giovani sguaiati che, agitando una bottiglia di whiskey svuotata per tre quarti, alle curve perdono l’equilibrio e ora urtano il cobrador stesso, ora sgomitano una signora anziana seduta al suo posto con le braccia incrociate, mentre l’autobus sbanda per evitare la volante che rischia il frontale invadendo l’altra corsia a tutta velocità e contromano, storce la bocca in un’espressione di disapprovazione, e si dice ad alta voce che qualcosa deve essere capitato in Rocinha, di nuovo. Uno degli ubriachi gli intima di non parlare male della Rocinha e si merita un rimprovero secco, cachaçeiro che  non sei altro. Gli altri  passeggeri fissano la notte fuori dai finestrini, ciascuno assorto nei suoi pensieri.

Raggiunto il viadotto che separa São Conrado dalla Rocinha, i passeggeri scendono con preoccupazione; io con loro. L’atmosfera è tesa: non è quella festosa del sabato notte, e le baracche del camelodromo (il mercato dei venditori ambulanti), di solito illuminate e accoglienti tutta la notte, hanno le saracinesche sbarrate e si confondono l’una con l’altra nel buio pesto. Superata l’ultima, si apre la vista alla passarela, e poi a una camionetta nera della polizia militare, due, tre: un’intera truppa di soldati si accalca dalle parti al passaggio pedonale, all’inizio della via Ápia, in compagnia del giovane popolo della notte, che qui tutti i fine settimana si riunisce a bere, ad ascoltare musica, a corteggiare e a farsi  corteggiare, ma che questa volta è dimezzato rispetto al solito: negli occhi vitrei di una notte di vizi si scorge una vena di ansia.

Alzando lo sguardo alla collina, dove di solito brillano fragili le lampadine che gli abitanti amano lasciare accese davanti agli usci, c’è un’enorme macchia nera, e la musica tace. Sale l’attenzione e si scorgono le tracce di uno scenario di guerra, Leggi il seguito di questo post »

Scalando e ridiscendendo

In Finestra sulla favela Rocinha, Il popolo di Rocinha, Oltre la favela Rocinha, Vita da favelado: il nido d'aquila on 12 febbraio 2014 at 09:38

– Buongiorno!
– Buongiorno, mio caro, puoi prendere l’acqua, è là.
– Grazie, anche questa settimana vamos con la scalata.
– E già già… è molto faticoso su per quelle scale, não é? – mi  chiedeva il droghiere (anzi, il macellaio, perché, dalle parti della rua dois, i boccioni da venti litri d’acqua, li vende il macellaio) con un velo di affettuosa ironia che fino a qualche mese fa per me era impercettibile e alla quale invece adesso posso rispondere stando al gioco: Leggi il seguito di questo post »

Colpi d’arma da fuoco di lunedì mattina

In Finestra sulla favela Rocinha, Storie di Pacificazione on 14 ottobre 2013 at 23:08

I colpi d’arma da fuoco sono secchi e freddi. Sono secchi e freddi quando li senti esplodere tra mura rischiarate dall’aurora di un lunedì mattina.  Passano indifferenti e ti lasciano indifferente. Non importa che ne capiti uno o che arrivino in serie di quattro:  te ne accorgi dopo che sono capitati, e ti lasciano con il dubbio che siano capitati in sogno. Leggi il seguito di questo post »

Domenica sera pagode

In Finestra sulla favela Rocinha on 22 dicembre 2012 at 19:57

Kathleen, Gioanna e Nathalia

Fino a qualche mese fa, scendendo lungo la rua 4 di Rocinha la domenica sera dalle nove in poi ti imbattevi in un alveare felice e confusionario di bimbi, giovani e giovani adulti. Su entrambi i lati della strada una serie di baracchini aperti, con il tetto spiovente e rosso e una lampadina sotto che chissà a quale presa era attaccata, in mezzo al groviglio di fili elettrici che ti trovi a un metro dalla testa camminando per ogni vicolo di Rocinha; presso questi baracchini potevi comprare un churrasco, una cerveja o una caipirinha. Da lontano già sentivi il ritmo del pagode, ma, scendendo ancora, facendoti spazio tra lafolla, davanti a te il palco: cinque ragazzi concentrati sul  microfono, seduti, un movimento della bocca per cantare e uno delle braccia per suonare, occhiali da sole anche se era inverno, le luci ora rosse ora viola ora verdi o gialle per creare l’atmosfera. Leggi il seguito di questo post »

Racconti di polizia pacificatrice: Piranha!!!

In Finestra sulla favela Rocinha, Storie di Pacificazione on 8 novembre 2012 at 23:53

Piranha

João, José, Jesus, Mané, Tião, Lelé, Xangô, Bené. Questi i nomi citati in un invito alla vita cantato da Seu Jorge. Questi i nomi che, affacciandosi alla finestra sulla favela, si sentono richiamare perché non siano citati i veri nomi delle persone che vivono ciò che  si racconta. Le persone e le storie restano vere, i nomi sono quelli di Seu Jorge. I nomi quelli di  una canzone, le storie quelle che si vedono dalla finestra.  Affacciandosi alla finestra, questa notte, si sente chiamare il nome di Bené. Leggi il seguito di questo post »