un impiegato in favela

Posts Tagged ‘sierra leone’

Pensieri a caso poco prima di una partenza

In Finestra sulla Nigeria (del nord) on 8 aprile 2016 at 13:29

Da Finestra sulla Nigeria (del nord), di Un impiegato in favela

Finestra sulla favela: ricapitolando

Vado vai, vado che almeno per un po’ fa bene dimenticarsi, dimenticare se stessi; lasciare indietro i passi avanti, gli obiettivi, i termosifoni, il canone rai, la neve e gli sci; lasciare a casa gli occhiali da sole, i balli, l’aperitivo, le vacanze d’agosto, la maratona metropolitana, la primavera, il libro in più, la doccia calda, la chitarra, il corso di cucina e quello di teatro, l’ultimo postumo di David Bowie, dimenticare tutto questo per ricordarsi. Ricordare se stessi, che veniamo dalla terra, abitiamo nella foresta, tra due pareti di lamiera, di fango o di ghiaccio, che siamo bambini che sorridono a tutto e tirano i capelli (lo fanno ovunque); ritrovare il colore della pelle, la capacità di aspettare, la pazienza di non fare altro che vivere, solo vivere, restare liberi e disoccupati, ricordare la necessità di fuggire, di sfuggire a un pericolo, di salutare, di stringere una mano, di saper dire una parola gentile, dirla non solo per cortesia ma anche per trarne un vantaggio (è così che si sopravvive): ricordarsi che siamo umani e abbiamo secondi fini, che abbiamo quelli e nient’altro, ricordarsi di non avere nulla e che per questo dobbiamo lottare per ottenere qualcosa ogni singola giornata di cui riusciamo a vedere il tramonto; ricordarsi di essere, di essere qualcosa o qualcuno su questo pianeta, in questo stato, in questo momento storico, ovunque e sempre.

Sono convinto che sia del tutto comprensibile che tu ti senta più coinvolto emotivamente per un evento terribile, Leggi il seguito di questo post »

Il libro della giungla sierraleonese (l’ultima favola de #finestrasullaterra)

In Finestra sulla terra on 16 marzo 2016 at 13:08

Da Finestra sulla terra, di Un ricercatore in favela

Qui l’uomo bianco viene chiamato opoto. Il termine deriva da o português (il portoghese) perché portoghesi furono i primi bianchi visti e conosciuti su queste terre e quindi diventati i “bianchi” per antonomasia. L’opoto per i bambini dei villaggi è una creatura curiosa, fantastica e dal potere magnetico. Ne sono letteralmente catturati.

Libri della giungla

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A Milano, in Sierra Leone

In Finestra sulla Sierra Leone Il ritorno, Finestra sulla terra on 1 marzo 2016 at 11:54
Un cuore per la Sierra Leone

da “Un cuore per la Sierra Leone” di Alessandro Gadolfi, con COOPI

Sierra Leone, 2015 (© Alessandro Gandolfi/Parallelozero)

L’anacardio non è solo una nocciolina da sgranocchiare all’ora dell’aperitivo. In molti paesi in via di sviluppo, come nella Sierra Leone devastata da ebola, migliaia di persone sopravvivono grazie alla produzione e alla vendita di questa noce.

Questa sera (martedì 1 marzo) alle 18, se avete tempo e siete a Milano, venite all’Expo Gate di fronte al Castello Sforzesco. Si inaugura la mostra fotografica “Un cuore per la Sierra Leone”.

Con Alessandro Gandolfi, COOPI, Coop Lombardia e Finestra sulla favela aperta in platea.

1-1-1, 1-0-1, 0-0-1

In Finestra sulla terra on 23 febbraio 2016 at 15:55

Da Finestra sulla terra, di Un ricercatore in favela

Yes sir, Tu che tipo di uomo sei? da 1-1-1, 1-0-1 , 0-0-1?

Ben, che vuol dire? Sono schemi calcistici, numeri di telefono, codici binari? cosa sono?!

Non sai? Sono i tipi di persone che ci sono in Africa!

1-1-1, 1-0-1, 0-0-1

Ben

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L’epidemia era finita ma

In Finestra sulla terra on 18 febbraio 2016 at 12:30

Da Finestra sulla terra, di Un ricercatore in favela

A poco più di 2 mesi da quando è stata dichiarata “Ebola free” (lo scorso 7 Novembre 2015), mentre le sue lande erano rinfrescate dall’Harmattan che rende l’aria fosca e i fuochi bruciavano le pianure rinsecchite dalla dry season, in Salon si è tornati a parlare di Ebola, di morte, di quarantena e di misure speciali per prevenire il contagio.

L'epidemia era finita ma

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