un impiegato in favela

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Cuore di pietra (2/2 – ai piedi della moschea degli Omayyadi)

In Finestra MEMO on 2 marzo 2017 at 14:07

Da Finestra MEMO, Di Un impiegato in favela

Damasco, cuore di pietra, ai piedi della moschea omayyadi

Non so quando nacqui, credo nascita non sia parola che possa rendere la mia natura. Ci sono sempre stata, ne sono certa, tanto quanto sono sicura che un giorno finirò insieme a questo mio lento sgretolarmi. I miei primi ricordi risalgono a quando avevo la testa bella dura (ma anche adesso è dura, solo un po’ più liscia) ma soprattutto a quando avevo gomiti squadrati, all’età nella quale godi della prospettiva di un’eternità intera davanti a te, hai presente, no? Ma fui trascinata in questo angolo di mondo in tempi più recenti. Quanto tempo è passato da allora? Un attimo, un attimo dell’eterna mia esistenza, eppure tante, tante vite delle vostre; forse cento, delle vostre vite. Qui dove mi trovate oggi, ai piedi delle mura che mi privano della vista di un pezzo di cielo ma non di quest’altro del quale solo le nuvole di tanto in tanto compromettono la purezza appena prima di dissolversi; qui, di fronte al colonnato, che quando arrivai era molto diverso (non era il mercato che è oggi, il mercato dal tetto che scariche di mitra francesi bucherellarono pochi anni fa tanto che di notte oggi vi si intrufolano raggi di sole pallidi, quelli riflessi dalla luna e da altri pianeti morti), qui, in fondo a quella che un tempo fu la via principale di un accampamento romano, qui giunsi quando per queste strade si dedicavano parole di devozione al faraone Akhenaton. Dopo di lui fu l’assiro Tiglatpileser, poi Leggi il seguito di questo post »

Cuore di pietra (1/2 – al caffè Nafura)

In Finestra MEMO on 26 febbraio 2017 at 14:45

Da Finestra MEMO, Di Un impiegato in favela

caffè nafura, il caffè della fontana, damasco, siria

Dimašq. Da quando sono piccolo vengo qui, Dimašq, caffè Nafura, il caffè della fontana. Ero piccolo come te, forse anche più piccolo. Vedi quel trono avvolto di tappeti antichi appoggiato sulla pedana? Lì, qualche centimetro più in alto del pubblico, si sedeva il cantastorie. Gli avventori gli si facevano attorno e lo ascoltavano. Adesso, caro piccoletto africano, come hai detto che ti chiami? Mh mh. Vedi, piccoletto, oggi tutto è diverso, i giovani non ascoltano più. Sono attratti dal gesticolare, dal linguaggio del corpo; non sono sicuro che riescano a seguire la storia, perché non si concentrano, non riescono a privarsi di se stessi e dei loro oggetti. Ci riesci tu? Mh mh!! Ho capito, ho capito piccoletto, non te la prendere. Sai, io non sono di quelli che ce l’hanno coi giovani, si vede che hanno un nuovo modo di ascoltare; il problema vero è che oggi tutto è cambiato e questo paese è raso al suolo. Ma il cantastorie continua, non si ferma, continua a raccontare storie di umanità come quella che stiamo vivendo oggi, storie di Leggi il seguito di questo post »

Goooodmorning Damasco!

In Finestra MEMO on 3 febbraio 2017 at 04:44

Da Finestra MEMO, Di Un impiegato in favela

goodmorning damasco!

Oltre le montagne, piccoletto, oltre la neve, oltre la dogana, oltre il librone rosicchiato, scritto a mano da un funzionario dell’esercito; oltre la strada per metà libanese per metà siriana, costretta tra due pareti rocciose altissime, costellate di tende militari, cannoni, contadini e pastori che risalgono e ridiscendono le montagne alla ricerca di un passaggio clandestino che li porterà a prendersi cura dei loro campi, avendo pagato 200 dollari invece che i 2000 ufficiali che non hanno e che non avranno mai, ecco Leggi il seguito di questo post »