un impiegato in favela

Raffiche in rua dois

In Finestra sulla favela Rocinha, Il popolo di Rocinha, Storie di Pacificazione on 2 Maggio 2014 at 03:00

tiros in rocinha sparatorie in rocinha nel tempo degli aquiloni #finestrasullafavela

– Guarda com’è bianca la strada, sembra neve!

– Neve, gringo? Io non l’ho mai vista la neve.

– Quando nevica, le strade si imbiancano come qui adesso, però le moto non passano, perché rischierebbero di scivolare.

– Qui non si scivola, seu gringo, questa non è mica neve.

– Ah ecco, a proposito, e che cos’è?

– È la polvere dell’estintore, senti che è ancora nell’aria? Non respirare troppo…

– Che cosa è successo?

– Stava prendendo fuoco il cavo grosso che  parte da quell’intreccio appeso al palo della luce, vedi lassù?

– Sono arrivati i pompieri?

– Macché, ora che arrivano… abbiamo preso un estintore da quel bar, e siamo saliti su quel tetto, mentre venivano giù le scintille rosse e viola, del fuoco alimentato dall’alta tensione…

– E avete spento?

– No, l’estintore era esaurito.

– Ah, e allora che avete fatto?

– Stavamo pensando al da farsi, mentre il cavo veniva mangiato e le scintille si diffondevano dappertutto e sulle abitazioni circostanti, quando è passato un autobus che ci ha prestato il suo, di estintore, e allora siamo risaliti sul tetto e ci abbiamo dato dentro, questa volta, ché non voleva mica spegnersi quella fiammella. L’anno scorso si è incendiato lo stesso palo, è venuto giù in strada e ha incendiato la casa  di fianco.

– Ma stava prendendo fuoco per le sparatorie di stasera?

– No quelle sono state in rua dois. La rua dois è tutta forata! Vedi che qui in piazzetta stanno tutti aspettando gli sviluppi della situazione? Abbiamo paura a stare in casa, quando sparano così, poi durante un festivo, alle sette di sera.

– Sì, hanno sparato tanto stasera, io abito lì vicino all’entrata della rua dois, e hanno sparato molto: raffiche di mitra, colpi di pistola e di fucile che si incrociavano, ora forte, ora più lontano, ora che tornavano ad avvicinarsi, e l’esplosione delle bombe carta. Chi gridava, chi rideva, chi si affacciava alla finestra e chi cercava un riparo migliore; e chi se ne stava dov’era, al bar, come se nulla fosse.

– Già, pare che una squadra di perlustrazione abbia incrociato i meninos, e ci hanno dato dentro. Un signore è finito all’ospedale, ma non so ancora chi è.

– Ho visto che sono passati anche di qua, prima, i soldati della Choque: si sono appostati all’angolo della rua Dioneia e mentre i bimbi correvano e la gente passava e gli autobus anche, loro puntavano ad altezza uomo: due appoggiati al bancone di quel bar che fa angolo, uno inginocchiato e uno in piedi, e un altro sul lato opposto. Quello inginocchiato puntava direttamente su uno degli avventori del bar, quel signore che se ne sta lì ancora adesso a bere: gli ha chiesto di spostarsi per non stare in mezzo alla direzione di fuoco, e lui ha preso bottiglia e bicchiere, ha girato l’angolo ed ha continuato a bere sull’altro lato del bar, di fianco a quelli che agitavano i fucili nervosamente, e le ragazze con i sacchetti della spesa passavano attorno ai loro fucili e i bimbi a questi si avvicinavano timidamente per curiosità. Ma non è imprudente lasciar capitare tutto questo?

Gringo meu querido, ma le sparatorie ci sono state prima e da un’altra parte. Dopo, quei passaggi li fanno per fare scena. I meninos sono già belli che andati per i vicoli che sanno loro, e chi li piglia più! Comunque, sarà il caso di  preparare le candele, per questa notte. Ora pare tutto tranquillo, ma qualche  generatore potrebbe saltare. Noi stiamo qui a vedere che succede e se la situazione si  tranquillizza, ce ne torniamo a casa. Ne  ha  parlato  anche la televisione questa volta. Buon segno: forse potremo andarcene a letto, e pazienza che il primo maggio sia andato via così.

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