un impiegato in favela

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Angeliche corna

In Finestra sul Ponte Lambro on 26 settembre 2014 at 09:01

catturare un fulmine al ponte lambro

Per fare la spesa, a Ponte Lambro, c’è sempre il mercato comunale, ma se vuoi navigare in un universo di scaffali che espongono mille marche diverse per ciascun prodotto, allora, o prendi il 45 e vai al Billa di viale Ungheria, oppure il 27 e vai all’Esselunga di piazzale Ovidio. La signorina D. va sempre al Billa di viale Ungheria perché la fermata dell’autobus è praticamente di fronte all’uscita del supermercato e a lei piace così. Ammazza i minuti di attesa con un libro e ritiene di non avere null’altro da pretendere dalla vita.

L’ho incontrata oggi di ritorno dal Billa ed era piuttosto scossa. Non aspettava altro che le chiedessi come stava per affidarmi un nuovo racconto per la Finestra. Il rituale spesa-sacchetti-libro-attesa del 45 in viale Ungheria era stato spezzato da un imprevedibile evento: uno sgangherato furgoncino bianco, del tutto simile a quello che qualche giorno fa le aveva portato via in un soffio di vento le tre bimbe Rom incontrate sotto al viadotto, si era sfacciatamente piazzato in mezzo Leggi il seguito di questo post »

Tre piccole Rom

In Finestra sul Ponte Lambro on 23 settembre 2014 at 03:30

Luna piena sul Ponte Lambro (per racconto tre piccole bambine Rom)

Lungo via Elio Vittorini, nella direzione che esce dal Ponte Lambro e ci porta verso il centro, poco prima di passare sotto al viadotto della tangenziale Est che sfocia in via Mecenate dove ritroviamo la dimensione metropolitana, ancora a ridosso dell’allevamento di vacche, ci ritroviamo di fronte a un bivio: in fuga verso Linate se imbocchiamo la rampa della tangenziale Est, nel mezzo della rotonda del Novotel e verso la città se passiamo sotto al viadotto. La signorina D., infermiera presso il cardiologico Monzino, mi ha raccontato che l’altro giorno, trovandosi da quelle parti, ha intravisto tre piccole ombre che salterellavano allegre e vive a bordo strada, tracciando percorsi a fisarmonica: ora scattavano in avanti, dopo un attimo tornavano sui loro passi, ora balzavano una a destra e l’altra a sinistra, poi si riavvicinavano e dopo un attimo si lanciavano l’un l’altra a botte e spintoni ad aprire un ampio cerchio sull’asfalto. La signorina D. mi ha riferito che, osservandole, fu pervasa da una sensazione di libertà selvaggia che la fece tremare e le fece anche un po’ di vergogna: “un brivido sulla pelle e l’aspro in bocca”, queste sono le parole che ha usato la signorina D. per raccontarmi quello che ha provato un attimo prima di  riconoscere in quelle tre ombre tre zingarelle. – Signorina D., molto probabilmente Rom, Rom sedentarie chissà da quanti anni, tutt’altro che zingare! – L’ho subito corretta, indispettito dal solito pregiudizievole equivoco, ottenendo solo una risposta di sufficienza, tanto era assorta nel ricordo di quell’incontro: – come vuole lei, ma mi lasci proseguire. Leggi il seguito di questo post »