un impiegato in favela

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Sotto le stelle a Potiskum

In Finestra sulla Nigeria (del nord) on 1 luglio 2016 at 12:42

Da Finestra sulla Nigeria (del nord), di Un impiegato in favela

Sotto le stelle a Potiskum #finestrasullafavela

L’equilibrista dei mango, eccolo qui di nuovo di passaggio. Come fa a tenere in equilibrio sulla testa un vassoio con una pila di manghi sbilanciati tutti da una parte per averne venduta una metà e camminare comunque con quella disinvoltura? Procede con la facilità di chi non ne ha fatto cadere uno da anni, o forse da mai, nemmeno magari spintonato accidentalmente da qualche passante. Quante volte dovrò chiedermi come fa per trovare la risposta? Non ci riuscirei nemmeno se mi ci esercitassi per i prossimi dieci anni; è che lo fa fin da piccolo, ecco. E infatti eccone un altro che passa con un’altra pila di manghi, solo che il vassoio è più piccolo, e la testa che lo sorregge anche.

Ma i miei pensieri su equilibrismi vari vengono interrotti da Gozi che mi chiede come sto, come va il lavoro, se ho passato una buona notte, come da uso locale, e perché i miei colleghi non sono qui. Troppo difficile spiegarle che, di tanto in tanto, quando manca l’elettricità e la connessione ti molla, preferisci restare a margine di questo spiazzo polveroso costellato di sedie e tavolini di plastica con le nuvole che ti minacciano sopra alla testa, solo tu insieme alla minaccia di mettersi a scrosciare, ma lei è già passata ad altro e incalza con le domande:

– Sei sposato? Leggi il seguito di questo post »

Tutti a Fika!

In Finestra sulla Nigeria (del nord) on 28 giugno 2016 at 10:32

Da Finestra sulla Nigeria (del nord), di Un impiegato in favela

Scarlett Johansson Under the Skin #finestrasullafavela

Ebbene sì, finalmente l’ho fatta l’esperienza di questa benedetta, famosa Fika. Mi avevano detto di non andarci, non ci si poteva proprio andare; poi, per una volta sola, almeno per una volta, abbiamo deciso che finalmente anche per me era arrivato il momento.

Andando a Fika, Leggi il seguito di questo post »

Kukarita, il campo sfollati che non esiste

In Finestra sulla Nigeria (del nord) on 21 giugno 2016 at 08:22

Da Finestra sulla Nigeria (del nord), di Un impiegato in favela

Kukarita il campo sfollati non ufficiale Nigeria nord-est

C’è una canzone che fa: “domani notte, ti ricorderai quello che hai detto a questa notte? Le tue labbra sono così tenere, il tuo cuore batte forte. Domani sera pronuncerai le stesse parole d’amore di questa notte?”, ce l’ho in mente mentre ripasso gli incidenti della settimana scorsa: due attacchi suicidi, qui li chiamiamo “Person-Borne Improvised Explosive Device (PBIED)”, uno l’hanno intercettato in tempo per non fare altre vittime oltre a quella che si portava addosso la bomba, l’altro no e ci sono stati diversi morti, ancora non so quanti; a Potiskum momenti di tensione per l’arresto di un quadro dell’”esercito irregolare di opposizione”, più un nuovo attacco e nuovi rapimenti a Chibok, il villaggio delle bambine sequestrate due anni fa buona parte delle quali sono ancora nella foresta nonostante la campagna #BringBackOurGirls (te la ricordi quella campagna, questa notte, che è il domani notte di quella notte?). Le bambine, originariamente senza velo, sono state convertite a forza all’Islam e molto probabilmente sono usate da due anni dai soldati di Boko Haram per scopi di riproduzione e passaggio di consegne generazionale, cioè per produrre figli che un giorno potranno perseguire la missione al posto dei padri destinati a imminente morte.

Siamo a metà del periodo di ramadan e per l’occasione l’IS, rivolgendosi ai fedeli affiliati di tutto il mondo, ha invocato l’intensificarsi degli attacchi, ciò che in effetti almeno tra Niger e Nigeria si sta avverando.

“Domani sera, quando il fremito sarà svanito, ti ricorderai di me o sarò solo uno dei tanti ricordi? sarò forse una nuova canzone?”. Suona la musica e la mente torna a Kukarita, il campo sfollati “non ufficiale”: ufficialmente non esiste ma è situato a pochi chilometri da Damaturu, la capitale dello Stato di Yobe, e da Kukarita giunge un sospiro…

Kukarita

Casa mia non è qui. Cioè, adesso è qui, ma casa casa, casa di prima, casa di sempre, sta a Borno. Non c’è notte uguale all’altra: ci furono le ultime notti a Borno, poi le notti passate qui. Una delle ultime notti passate a Borno, Leggi il seguito di questo post »

Passaggio a Borno

In Finestra sulla Nigeria (del nord) on 17 giugno 2016 at 07:47

Da Finestra sulla Nigeria (del nord), di Un impiegato in favela

Passaggio a Borno, nordest Nigeria

Sarà anche solo questo sole enorme, questo sole enorme intimidito dal velo di sabbia che al suo cospetto fluttua danzante per indispettirlo, neutralizzandone i raggi, costringendo questi alla dispersione, dispersione in un alone vago che sfuma sotto un cielo perplesso che abbraccia la sua stessa immagine mutata in fata morgana; saranno le corna che a questo cielo si sovrappongono risalendo l’avvallamento ai margini di una strada ancora sterrata fino a mostrarsi nella loro intera sinuosa lunghezza, per poi cedere il passo al muso di una vacca e poi ad altre corna, a due a due, lentamente, fino a rivelare la presenza di una mandria che si lascia accompagnare accondiscendente da un bimbo col bastone, due cani, tre capre e una donna a cavallo; saranno i rottami di un tozzo carro armato abbandonato dall’altro lato della strada, la gente distesa ad aspettare sulle panche dei villaggi di sabbia, i copertoni distesi in fila sull’asfalto provato dal continuo passaggio dei tir, le abitazioni scoperchiate, la steppa infinita; sarà quella sequenza di tir sventrati come balene arrugginite alla deriva o i cumuli di plastica nera che riaffiorano dalle distese di sabbia come cime di iceberg dalle onde del mare; saranno i posti di blocco della milizia civile o i soldati armati tra la gente, sarà la mia suggestione, perché so che in questa regione si combatte ancora quasi tutti i giorni, e loro, quelli dell’esercito irregolare, devono stare qui da qualche parte, nascosti a migliaia, con centinaia di bambine in ostaggio da anni; sarà per una o per tutte queste ragioni, ma attraversando queste terre, le terre di Borno, sento Leggi il seguito di questo post »

Villaggi di sabbia

In Finestra sulla Nigeria (del nord) on 11 giugno 2016 at 16:07

Da Finestra sulla Nigeria (del nord), di Un impiegato in favela

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Villaggi rossi si confondono col suolo, bimbi come fantasmi, assemblee all’ombra della chioma del mango, vacche dalle corna slanciate e la scatola toracica ben visibile pascolano (partono prima dell’alba coi pastori, le capre e i cani e dominano le strade con e senza asfalto). Dicono che se proviamo a tornare a casa, adesso che è stagione di seminare e trattare la terra, troveremo gente armata: Leggi il seguito di questo post »