un impiegato in favela

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People are strange

In Finestra sulla favela Rocinha on 6 ottobre 2012 at 19:57

La copertina di “Strange days”

Quello che non ha mai avuto le gambe né nessun problema a spostarsi su e giù per la collina, da rua Dioneia dove abita, alla rua um dove lavora: si porta sulla soglia della strada principale seduto su una tavola da skate, e qui aspetta un motociclista amico che lo traini, braccia forti appese al codone, ruote dello skate sull’asfalto  Ai codoni delle moto si aggrappano anche i bimbi di strada più selvaggi, quelli più abbandonati e liberi, quelli senza freni, ma in questo caso non vi si aggrappano per prendere un passaggio, ma per divertirsi a fermarle, le moto, e a sentir gridare il pilota che intima loro di scendere. Se sono stanchi di correre e ritengono di  aver bisogno di un passaggio si aggrappano al retro dei camion (nelle poche strade di Rocinha dove i camion riescono a passare, a volte con manovre impossibili). Invece quello senza gambe risale fino a quadra da rua um (il  campo sportivo della rua um), dove si gioca a calcio e il sabato c’è il  baile funky, e qui vende birra. Leggi il seguito di questo post »

Giovani e Giovani

In Oltre la favela Rocinha on 3 ottobre 2012 at 23:47

Giovani di Rocinha in festa alla scuola Sesc di Rio

Escola Sesc è un campus scolastico di Rio de Janeiro in stile nordamericano, pensato per giovani studenti delle superiori. Si trova nel quartiere di Jacarepaguá e dalla favela Rocinha ci si arriva attraversando il quartiere di Barra da Tijuca. È interessante percorrere Barra da Tijuca e Jacarepaguá se vivi in favela, perché con questa in netto contrasto; ma è più interessante la prima volta: la seconda è noioso. Gli spazi ampi, i condomini alti e ben distanziati, i centri commerciali americani e francesi dotati di larghi parcheggi, le piscine, i rivenditori di automobili di lusso, non destano emozioni di nuovo, non almeno se sei un impiegato europeo, abituato a questo panorama; ma ti chiedi che cosa invece stiano pensando, lungo questo percorso, gli  adolescenti di favela che a quella scuola stai accompagnando, loro che tra i vicoli stretti e nelle baracche di mattonato rosso o di legno, ammassate una sull’altra, ci sono nati e cresciuti. Leggi il seguito di questo post »

Scarafaggi di favela

In Finestra sulla favela Rocinha on 27 settembre 2012 at 22:53

Isolarsi in una tenuta a compartimento stagno. Chiudere le finestre e le porte, attenuare il rumore della pioggia che scroscia, lasciar fuori le fogne che straripano, soffocare gli spiragli, a costo di rinunciare al vento fresco che ti solletica la pelle in una giornata che appena prima di diventare buia e tuonante era stata abbagliante e surriscaldata.

Singing’ in the rain, in favela Rocinha

Si dice che la favela sia infestata da milioni di topi, e di scarafaggi ce ne sono a milioni. Leggi il seguito di questo post »

Cidade de Deus, la favela desolata

In Finestra sulla favela Rocinha, Oltre la favela Rocinha on 6 settembre 2012 at 01:16

La Città di Dio è una favela di Rio de Janeiro che si sviluppa in pianura e sembra essere stata abbandonata dagli uomini, una città deserta, al contrario di ciò che un impiegato occidentale si aspetterebbe dopo aver visto il film di fama internazionale che qui dichiara di essere ambientato.

Cidade de Deus

Come racconta questo film, la favela nasce negli anni ’60 come iniziativa della dittatura militare che qui mandò ad abitare gli abitanti più poveri residenti nelle barraccopoli di alcuni quartieri di Rio destinati ad altre classi sociali, come Lagoa e Jacarepaguà. Così facendo il regime si assicurò che questa gente si tenesse lontana dai quartieri della ricca borghesia affinché questi ultimi fossero rivalutati. Alcune favelas che si erano sviluppate nel centro della città furono così smantellate e ne fu creata una nuova, in periferia, la Città di Dio. Leggi il seguito di questo post »

La strada del ratto bagnato: il percorso fantasy di Rocinha

In Finestra sulla favela Rocinha, Strade di Rocinha on 23 agosto 2012 at 01:26

David Bowie di Rocinha

La zona che prende il nome di rua do  rato molhado (la strada del ratto bagnato) parte da una traversa della rua 3. Il groviglio di vicoli, di muri e di scale scomposte, dagli scalini asimmetrici che ti vedi salire e scendere di fronte, sulla testa e sotto ai piedi mentre ne percorri un’altra, è parte di uno scenario di urbanizzazione abusiva e tollerata, parte di una favela, che  percorri circondato dal suono dello scrosciare di un fiume che ti pare quello di un ruscello di montagna fino a che non ti ci trovi sopra di un paio di metri, percorrendo un ponte largo tanto quanto basta per farci passare un adulto  o due o tre bambini, di cemento armato, con o senza protezione, o composto di un paio di travi di legno appoggiate una di fianco all’altra; su uno di questi ponti devi ritrovarti, per renderti conto che quello scrosciare viene da una fogna a cielo aperto. I rivoli che  la compongono partono dalla cima della collina, vengono rafforzati dalle perdite dei tubi che trovano lungo il loro corso, e alla fine si riversano in un canale nella bassa Rocinha, probabilmente per andare a morire in mare. Si tratta dell’unica forma di fogna esistente in favela e non copre che una porzione del territorio. A volte lo scorrere si fa più vorticoso per l’accumularsi di bottiglie di  plastica ed elettrodomestici e i topi si inerpicano tra questi ostacoli; a volte hai la sensazione che ti stia facendo una doccia, nella fogna, quando te la trovi che ti circonda e ti senti le gocce battere sulla fronte; ma è solo una sensazione: di solito le gocce vengono dai panni stesi o da un tubo di acqua che perde. I vicoli sono umidi, lo spessore delle awaianas mantiene i piedi a distanza dal liquido che scorre per terra. Leggi il seguito di questo post »