un impiegato in favela

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Camile di Rocinha

In Finestra sulla favela Rocinha, Il popolo di Rocinha on 27 agosto 2013 at 23:07

Camile di Rocinha

Camile è una bimba di nove anni che abita in una stanza alla quale si accede da un cancelletto arrugginito che chiude un angolo della rua Dioneia, nella parte bassa, all’incrocio con la estrada da Gavéa, vicino alla piazzetta dove cominciano la rua quatro e la rua três della favela Rocinha. Ha la pelle olivastra e i lineamenti dolci, gli occhi che sorridono al sole e ama raccogliere i suoi capelli lunghi in trecce. È vivace, e spesso gioca da queste parti correndo su e giù per i vicoli scoscesi, aggrappandosi al retro dei camion, salendo di nascosto sugli autobus (la estrada da Gavéa è una delle tre strade di Rocinha larghe tanto quanto basta perché possa passarci un autobus o un camion, se pur con manovre che sfidano la logica). Leggi il seguito di questo post »

La finestra riapre, tra poco

In Finestra sulla favela Rocinha on 18 agosto 2013 at 12:51

Ultima alba a Ponte Lambro, di nuovo, verso un’altra riva

Questa mattina ho assistito alla mia ultima alba al quartiere Ponte Lambro di Milano, ultima per un po’, un anno, una stagione diciamo. A dirla tutta, può darsi che domattina ne veda un’altra, mentre sarò sul taxi per l’aeroporto. Da qui decollerò verso la favela Rocinha, da dove sono stato assente per questi sette mesi milanesi. Comunque questa mattina mi sono svegliato molto presto e come ho aperto gli occhi mi hanno dato il buongiorno una serie di raggi di luce rossi con sfumature violacee che si infiltravano tra le fessure delle tapparelle della sala e della cucina (in effetti, è il lato di casa rivolto a est). Mi alzo e vado in sala in stato di dormiveglia, e non ho le forze di alzare una tapparella per vedere intero il sole che sorge, ma, sporgendomi appena, ora da una fessura ora da un’altra, ne intuisco la forma e il colore: un cerchio di fuoco vivo già domina il cielo vicino alla linea dell’orizzonte, che da queste parti le Alpi rendono frastagliata. Gli scaffali e gli armadi di casa sono vuoti in questo ultimo giorno italiano, i miei vestiti giacciono in valigia, è metà agosto e la città è deserta, e mi sembra di essere il solitario testimone di uno spettacolo meraviglioso, un dono di  arrivederci regalatomi dal Ponte Lambro.

Mi chiamo Marco Loiodice (o forse dovrei dire Marco Francesco Renato, e il perché lo spiegherò tra poche righe). Leggi il seguito di questo post »

Saidera (l’ultimo post)

In Finestra sulla favela Rocinha, Oltre la favela Rocinha on 19 gennaio 2013 at 14:32

Passarela di Rocinha, opera di Niemeyer (foto di Emma De Masi)

Saidera è una parola del portoghese brasiliano che deriva dal verbo sair, che vuol dire andare via, partire. La saidera è dunque l’ultima prima di andare via, come per esempio l’ultimo bicchiere di cerveja prima di tornare a casa a riposare. Quando è il momento dell’ultima bevuta, non si dice “ultima”, perché altrimenti ci si riferirebbe all’ultima in assoluto, cioè quella prima della morte: la saidera invece lascia sempre la possibilità di ricominciare  il giorno successivo o in un tempo che  deve ancora venire.

Lunedì mattina, le fogne rigurgitano acqua ed escrementi, i tubi dell’acqua zampillano e bagnano le strade, rendendole luccicanti, inscurendo l’asfalto altrimenti pallido per il battere del sole. Pare che un vulcano stia per eruttare sotto la superficie della collina sulla quale si arrampica la favela Rocinha di Rio de Janeiro. Leggi il seguito di questo post »

Vai com Deus

In Finestra sulla favela Rocinha, Storie di Pacificazione on 11 gennaio 2013 at 13:33

BOPE

È notte fonda dalle parti della piazzetta tra la rua 4 e la rua Dioneia di Rocinha, il pagode della domenica si è concluso e gli abitanti sono tornati alle loro abitazioni per qualche ora di sonno prima di  svegliarsi per una giornata di lavoro duro o per una giornata di  attesa con il bicchiere in mano. Il gringo che  da qualche mese abita nella rua Dioneia si è fermato a giocare con i bimbi di strada: con l’altalena e a pega pega, che funziona così: tu corri per la piazzetta, sui marciapiedi e per strada, e devi scappare da chi ce l’ha, perché se ti tocca ce l’hai tu e sei tu a dover prendere gli altri. Per non farti prendere puoi salire i muri, strisciare sotto i cancelletti delle case,  correre fortissimo lungo i vicoli bui e scoscesi. Tu puoi fare tutto questo, ma se lo fa anche un gringo adulto con te, i poliziotti che stanno sempre all’angolo con i fucili e con le pistole in mano si preoccupano, e, forse anche solo per noia, tirano fuori la pistola dalla fondina, si muovono coordinati, e, controllando in alto che qualcuno dalle finestre non si stia occupando di loro, vanno a chiedere al gringo che  cosa stia facendo e gli chiedono i documenti, e in pochi minuti tutti i bambini di prima sono già scomparsi. Leggi il seguito di questo post »

Favela Rocinha a lume di candela

In Finestra sulla favela Rocinha on 19 ottobre 2012 at 00:23

Gli acquazzoni, sotto l’equatore, cominciano in silenzio. Senza tuoni e fulmini che le annuncino, senti il peso di una fitta serie di gocce che ti si espandono sul capo e sulle spalle. Il cielo può essere coperto e l’umidità alta, ma ti accorgi che ha cominciato a piovere dal rumore deciso delle gocce che si frantumano sul suolo e se non sei al riparo ti ritrovi fradicio. In favela, in pochi minuti i rivoli di fogna avranno scavalcato i margini che dovrebbero contenerli e scorreranno per i vicoli e per le strade formando un fiume putrido e vorticoso. Se si alzerà il vento forte, vedrai i fasci di pioggia in controluce impazzare in tutte le direzioni, le fronde degli alberi e delle piante si dimeneranno scomposte in una danza di streghe, i coperchi dei serbatoi d’acqua potabile potranno essere scaraventati dai tetti alle strade, i fasci di  fili elettrici appesi ai pali di legno dondoleranno come le altalene dei bimbi. Si sentirà lo schioccare di un colpo secco e, se la luna si sarà già affacciata da dietro la collina, da dove, durante le notti serene, il suo viso candido proietta verso la favela le ombre degli alberi che si aggrappano saldi sul dorso dei dois irmãos (i due fratelli, così si chiama la coppia di colline sulle quali si arrampicano da una parte la favela Rocinha e dall’altra Vidigal); se la luna sarà già a questo punto, e se le nuvole si diraderanno, solo lei resterà a far luce su almeno uno dei quartieri di Rocinha, perché quello scoppio lo avrà lasciato al buio in una notte di tempesta.

Acquazzoni di Rocinha

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