un impiegato in favela

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Requiem a un gatto di favela

In Finestra sulla favela Rocinha, Vita da favelado: il nido d'aquila on 29 ottobre 2013 at 00:55

Questa è la cronaca della morte di un gatto e di altri esseri viventi, e non solo di questo. Si consiglia a persone sensibili, impressionabili, o a chi si lasci facilmente turbare da temi come la morte e l’agonia, specie se di animali domestici, di evitarne la lettura, o quanto meno di saltare il capoverso centrale, in quanto, affacciandosi alla finestra, si vede il decesso nell’unico modo possibile quando lo si vede affacciandosi a una finestra, cioè così come avviene in tutti i suoi più ripugnanti e tragici particolari. Si avvisa chi decidesse di andare avanti saltando il capoverso che contiene tali impressionanti dettagli, che all’inizio e alla fine della cronaca comunque si racconta di tempeste, di natura, di vita e di morte, ma anche di esseri umani, e che quindi, forse, in questo caso, ci si sentirà meno sconvolti. Si ringrazia chi vorrà affacciarsi senza alcuna preclusione, e soprattutto chi vorrà suggerire il nome del geco. Questo racconto vuole anche lasciare qui appeso al davanzale della finestra un estremo saluto ad eterna memoria del povero gatto.

Quando ci sono vento e pioggia forti, fuori dal nido d’aquila, ti pare di essere stato trascinato nell’occhio di una festa danzante di streghe: Leggi il seguito di questo post »

Favela Rocinha a lume di candela

In Finestra sulla favela Rocinha on 19 ottobre 2012 at 00:23

Gli acquazzoni, sotto l’equatore, cominciano in silenzio. Senza tuoni e fulmini che le annuncino, senti il peso di una fitta serie di gocce che ti si espandono sul capo e sulle spalle. Il cielo può essere coperto e l’umidità alta, ma ti accorgi che ha cominciato a piovere dal rumore deciso delle gocce che si frantumano sul suolo e se non sei al riparo ti ritrovi fradicio. In favela, in pochi minuti i rivoli di fogna avranno scavalcato i margini che dovrebbero contenerli e scorreranno per i vicoli e per le strade formando un fiume putrido e vorticoso. Se si alzerà il vento forte, vedrai i fasci di pioggia in controluce impazzare in tutte le direzioni, le fronde degli alberi e delle piante si dimeneranno scomposte in una danza di streghe, i coperchi dei serbatoi d’acqua potabile potranno essere scaraventati dai tetti alle strade, i fasci di  fili elettrici appesi ai pali di legno dondoleranno come le altalene dei bimbi. Si sentirà lo schioccare di un colpo secco e, se la luna si sarà già affacciata da dietro la collina, da dove, durante le notti serene, il suo viso candido proietta verso la favela le ombre degli alberi che si aggrappano saldi sul dorso dei dois irmãos (i due fratelli, così si chiama la coppia di colline sulle quali si arrampicano da una parte la favela Rocinha e dall’altra Vidigal); se la luna sarà già a questo punto, e se le nuvole si diraderanno, solo lei resterà a far luce su almeno uno dei quartieri di Rocinha, perché quello scoppio lo avrà lasciato al buio in una notte di tempesta.

Acquazzoni di Rocinha

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