Oggi ha piovuto molto in Rocinha, come anche ieri: il caldo umido della primavera inoltrata si condensa in nuvole, e senza tuoni e fulmini di allerta, come quando azioni il diffusore, poche gocce ti cadono sul capo e un muro d’acqua ti scroscia sulle spalle e in un attimo ti rende fradicio. Leggi il seguito di questo post »
Posts Tagged ‘Rio de Janeiro’
Lavoratori sotto la pioggia
In Finestra sulla favela Rocinha, Il popolo di Rocinha on 11 dicembre 2013 at 17:21Dentro o fuori?
In Finestra sulla favela Rocinha, Il popolo di Rocinha, Oltre la favela Rocinha on 9 dicembre 2013 at 19:35– Stai dentro o stai fuori, meu querido?
– A che cosa, mané?
– Alla Comunità, stai dentro o stai fuori? Leggi il seguito di questo post »
Mariana Hotel
In Finestra sulla favela Rocinha, Il popolo di Rocinha, Oltre la favela Rocinha on 28 novembre 2013 at 22:08Nella travessa da liberdade c’è tutto quello che mi serve. È una strada molto lunga, quindi non fa niente che non posso andare oltre alla fine che sta di là, e nemmeno oltre a quella che sta di qua. La mia casa è molto grande, e quando fa caldo c’è pure una piscina e un tubo che io e Joni usiamo per spruzzarci, e ci bagniamo tanto come quando andiamo alla spiaggia. Joni mi fa ridere quando è tutto bagnato e si strizza gli occhi. Leggi il seguito di questo post »
Cavi d’alta tensione, ad altezza d’uomo tranquillo
In Finestra sulla favela Rocinha, Il popolo di Rocinha on 18 novembre 2013 at 23:46Tace il lampione all’angolo della rua dois e l’asfalto è preso d’assalto da una tempesta di scintille.
L’intreccio di cavi spessi e fini, dell’elettricità, del telefono e di internet, si aggancia alle prese d’aria degli autobus che allargano prima delle curve e restringono contro-mano per affrontare i tornanti, e li rallenta per una frazione di secondo. Per qualche istante, ogni autobus aggancia il groviglio di cavi che penzolano come liane, e fa tremare i pali appeso ai quali questo si raggomitola, e questi si flettono, resistono, e alla fine lasciano passare i mezzi, da accondiscendenti guardiani di una dogana che separa il nulla dal nulla; in mezzo una pioggia di scintille. Leggi il seguito di questo post »
Uomo delle discariche vs. Seu Moacir
In Finestra sulla favela Rocinha, Il popolo di Rocinha on 14 novembre 2013 at 23:56Il ristorante verde è il mio ristorante preferito perché ha le pareti verdi, è grande, ha molti tavoli, è aperto quasi tutte le sere fino a tardi, una volta era abbastanza economico (ora meno, ma sarà che sono io che ho meno soldi), servono l’Itaipava e non solo l’Antarctica, e non stai seduto sul marciapiede ma neanche ti viene negata la vista di quanto avviene fuori. La parete esterna è aperta per metà, con un muricciolo che quando sei seduto ti arriva all’altezza del petto, e sopra al muricciolo c’è una fila di travi di legno orizzontali che si alternano con spazi vuoti per consentirti di vedere fuori. Ci vedi passare gli autobus che si fermano proprio davanti a te, con i passeggeri che a volte hanno il viso allegro, a volte pensieroso, e se ti conoscono, che prima fossero allegri o pensierosi, spiegano il sorriso e si sbracciano per salutarti, e tu fai lo stesso con loro, che tu fossi allegro o pensieroso prima di vederli. Insomma, una finestra sulla favela, e una finestra della favela su di te; e infatti succede che la favela è anche dentro e non solo fuori, e che quella che è fuori si alterna con quella che è dentro, entrando e uscendo. Leggi il seguito di questo post »





