un impiegato in favela

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Guerra e pace in spiaggia

In Finestra sulla favela Rocinha, Il popolo di Rocinha on 21 gennaio 2014 at 13:34

napoleone #finestrasullafavela

– Sai, Marcos, ho lavorato molto in questo periodo, tutta la settimana dopo Capodanno ho lavorato, ho lavorato anche di domenica. Domani lavoro. Finalmente prenderò qualche giorno di ferie la settimana che segue, e avrò voglia di stare molto con Lelé, di stare con lei, la piccolina. Oggi c’è stato un black-out lungo tutta la rua um, fino alla rua dois, niente elettricità; oggi è festa, e dopo il gran temporale della settimana scorsa, ci sta un po’ di mare. Così ho preso Lelé e siamo venute tutte e due qui, così stiamo un po’ insieme. Che bello che ci sei pure tu!
– Grazie Carmen, è festa anche per me, ed ero anch’io senza luce e quindi senza Internet; io poi con Internet ci lavoro, così, anche se la settimana scorsa seu Luciano aveva risolto tutto, oggi ero di nuovo senza, e così era ora di farsi un pomeriggio in spiaggia, solo che, non avendo figli, ho portato un libro.
ahaha, que bom, que bom, legal!
– Ooooh!… Lasciatemi, per amor di Cristo! – gridò il ferito, ma lo sollevarono lo stesso e lo deposero sulla barella. Nikolàj Rostòv si voltò dall’altra parte e, Leggi il seguito di questo post »

Domenica sera pagode

In Finestra sulla favela Rocinha on 22 dicembre 2012 at 19:57

Kathleen, Gioanna e Nathalia

Fino a qualche mese fa, scendendo lungo la rua 4 di Rocinha la domenica sera dalle nove in poi ti imbattevi in un alveare felice e confusionario di bimbi, giovani e giovani adulti. Su entrambi i lati della strada una serie di baracchini aperti, con il tetto spiovente e rosso e una lampadina sotto che chissà a quale presa era attaccata, in mezzo al groviglio di fili elettrici che ti trovi a un metro dalla testa camminando per ogni vicolo di Rocinha; presso questi baracchini potevi comprare un churrasco, una cerveja o una caipirinha. Da lontano già sentivi il ritmo del pagode, ma, scendendo ancora, facendoti spazio tra lafolla, davanti a te il palco: cinque ragazzi concentrati sul  microfono, seduti, un movimento della bocca per cantare e uno delle braccia per suonare, occhiali da sole anche se era inverno, le luci ora rosse ora viola ora verdi o gialle per creare l’atmosfera. Leggi il seguito di questo post »

Giochi di favela

In Finestra sulla favela Rocinha on 30 ottobre 2012 at 23:57

un aquilone qualsiasi

Scendi giù per la strada delle case popolari di Rocinha, la rua 4, e scorgi un gruppo di quattro o cinque bambini che si inseguono ridendo e gridando. Non giocano a pega pega (prendi prendi, cioè nascondino), questo è un altro gioco: uno di loro è bendato ed afferra uno stecchino di quelli da churrasco (lo spiedino) che in questa occasione non infilza carne o pollo o cuore, ma un pezzo di fango o merda ancora umida. Leggi il seguito di questo post »

Cidade de Deus, la favela desolata

In Finestra sulla favela Rocinha, Oltre la favela Rocinha on 6 settembre 2012 at 01:16

La Città di Dio è una favela di Rio de Janeiro che si sviluppa in pianura e sembra essere stata abbandonata dagli uomini, una città deserta, al contrario di ciò che un impiegato occidentale si aspetterebbe dopo aver visto il film di fama internazionale che qui dichiara di essere ambientato.

Cidade de Deus

Come racconta questo film, la favela nasce negli anni ’60 come iniziativa della dittatura militare che qui mandò ad abitare gli abitanti più poveri residenti nelle barraccopoli di alcuni quartieri di Rio destinati ad altre classi sociali, come Lagoa e Jacarepaguà. Così facendo il regime si assicurò che questa gente si tenesse lontana dai quartieri della ricca borghesia affinché questi ultimi fossero rivalutati. Alcune favelas che si erano sviluppate nel centro della città furono così smantellate e ne fu creata una nuova, in periferia, la Città di Dio. Leggi il seguito di questo post »

Benvenuto a Rocinha

In Finestra sulla favela Rocinha on 7 luglio 2012 at 12:31

Benvindo a Rocinha

Finora sono stato testimone di due episodi che mi hanno dato conferma dell’emarginazione che subiscono le comunità delle favelas e della quale prima avevo solo letto o mi avevano raccontato.

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