un impiegato in favela

Posts Tagged ‘favela Rocinha’

Intervista a un saggio bimbo di favela #StayAnimalSpirit

In Finestra sulla favela Rocinha, Il popolo di Rocinha on 15 novembre 2013 at 10:47

Chi sei?

Sono Thiago. Ho otto anni. Tu chi sei lo so già, sei un gringo! – rispose alla mia prima domanda il bimbo  che avevo scelto per l’intervista tra i tanti che salterellavano per i vicoli della favela Rocinha in pantaloncini, havaianas e con il sorriso sul volto.

Cosa fai? Leggi il seguito di questo post »

Uomo delle discariche vs. Seu Moacir

In Finestra sulla favela Rocinha, Il popolo di Rocinha on 14 novembre 2013 at 23:56

Il ristorante verde è il mio ristorante preferito perché ha le pareti verdi, è grande, ha molti tavoli, è aperto quasi tutte le sere fino a tardi, una volta era abbastanza economico (ora meno, ma sarà che sono io che ho meno soldi), servono l’Itaipava e non solo l’Antarctica, e non stai seduto sul marciapiede ma neanche ti viene negata la vista di quanto avviene fuori. La parete esterna è aperta per metà, con un muricciolo che quando sei seduto ti arriva all’altezza del petto, e sopra al muricciolo c’è una fila di travi di legno orizzontali che si alternano con spazi vuoti per consentirti di vedere fuori. Ci vedi passare gli autobus che si fermano proprio davanti a te, con i passeggeri che a volte hanno il viso allegro, a volte pensieroso, e se ti conoscono, che prima fossero allegri o pensierosi, spiegano il sorriso e si sbracciano per salutarti, e tu fai lo stesso con loro, che tu fossi allegro o pensieroso prima di vederli. Insomma, una finestra sulla favela, e una finestra della favela su di te; e infatti succede che la favela è anche dentro e non solo fuori, e che quella che è fuori si alterna con quella che è dentro, entrando e uscendo. Leggi il seguito di questo post »

L’uomo delle discariche

In Finestra sulla favela Rocinha, Il popolo di Rocinha on 10 novembre 2013 at 15:12

Non so come si chiami; di lavoro fa l’uomo delle discariche: si immerge a piedi e mani nude nelle rare discariche della Rocinha, tutte a cielo aperto, per recuperare lattine, cartoni, componenti di elettronica da rivendere ai negozi e al centro di riciclaggio. È un signore dalle braccia e dalle gambe scheletriche, dalla pelle scura provata dalle infezioni e dagli occhi gialli. Credo che sul petto gli si possano contare le costole, ma le magliette larghe che indossa ne impediscono la vista. Il suo viso è allungato, i capelli ricci sale e pepe, tenuti molto corti, o forse corti perché non gli crescono più. I denti, pochi e gialli spuntano fuori dalle gengive pallide come se fossero i denti di un teschio; le tempie e le guance sono infestate di macchie e di bitorzoli del colore della muffa, come se sotto vi custodisse un allevamento di vermi che stanno sempre fermi perché provati e rintontiti dalla vita dura. Ha il naso e le orecchie allungati dal tempo e una parlantina veloce e sospirata, forse strozzata da qualche bitorzolo che ha in gola; naso, orecchie e parlantina lo rendono buffo come un personaggio dei fumetti. Leggi il seguito di questo post »

Justin Bieber e le sparatorie

In Finestra sulla favela Rocinha, Il popolo di Rocinha on 5 novembre 2013 at 10:07

Justin Bieber, cantante di fama internazionale, perlopiù idolatrato da adolescenti, in questi giorni si trova a Rio de Janeiro per un concerto, e ha dichiarato di voler visitare una favela, proseguendo una tradizione aperta da Michael Jackson che fu il primo a girare un video-clip in una favela brasiliana – in particolare nella Santa Marta di Rio de Janeiro e nel quartiere Pelourinho di Salvador di Bahia –,  poi portata avanti negli anni da Madonna (anche lei a Santa Marta), da Lady Gaga (a Cantagalo) e da molti altri attori, cantanti e star. Pare che Justin Bieber abbia scelto la Rocinha, dove però nelle ultime notti si sono verificate delle sparatorie. Solo che la vita in Rocinha è tale che appena finiscono gli spari ricominciano i fuochi d’artificio a festa, così ecco quali sono le reazioni del popolo giovane di facebook alla notizia che dà il divo a passeggiare per i vicoli della Rocinha: Leggi il seguito di questo post »

I due fratelli

In Finestra sulla favela Rocinha, Storie di Pacificazione on 3 novembre 2013 at 18:29

I due fratelli visti da Ipanema, da Antonio Spirito (i suoi riferimenti in “Contatti e accrediti”)

Quando  un riflesso scuro compare sul viso di Wellington, il bimbo che vive nel beco do rato molhado, sul suo volto si riflette il suo futuro più probabile. Con gli occhi opachi e concentrati, fissi su un angolo apparentemente insignificante del vicolo, le sopracciglia corrucciate, le labbra serrate e tristi, la pelle dal colore malsano, prende il volto di chi ha paura di qualcuno o di qualcosa che potrebbe giungere da dietro l’angolo, di chi sa che potrebbe perdere la vita tra un istante e che, in nome della vita,  resta e lotta; prende le sembianze di un essere selvaggio che  scruta tra le fronde della foresta un possibile pericolo o una preda, e di un giovane soldato armato di Roupa Suja che fa la vedetta, seduto all’angolo di una boca de fumo ad aspettare il nulla o la morte. Quando sul volto di Wellington batte questo riflesso, per ingannare la mia, di paura, mi affretto a prenderlo in braccio e a farlo volare, di modo che spieghi la sua bocca larga dai denti storti, e liberi la sua risata emozionata; allora la luce dell’infanzia torna sul suo volto, e Wellington torna a vivere. Leggi il seguito di questo post »