Portoghese con traduzione in italiano.
Sueli: limpar, significa matar e depois colocar uma troxinha de maconha na mão do sujeito morto. ou então carregar no caveirão e matar lá dentro mesmo que ninguem vai ver. só se cair algum incauto vai gravar mas se não gravar vira äuto de reisitência e a sociedade caolha quando quer vai aplaudir.
Sueli: fare pulizia, vuol dire uccidere e poi infilare un pezzetto di marjiuana nella mano del morto. Oppure trascinarlo nel carro armato e ucciderlo là dentro, dove nessuno può vedere. Solo se loro avranno commesso qualche imprudenza, qualcuno si ricorderà; ma se non ci si ricorderà, finirà per essere un atto di resistenza, e la società orba applaudirà.
Tardelle: pra isso o governo serve, reprimir………….
Tardelle: è a questo che serve il governo, a reprimere……….
Joao Reus: Sugiro que o Exército e PM fiquem aquartelados e não subam o morro. Sugiro mais, que os “Direitos dos mano” e mais os arruaceiros, baderneiros “comunoanarcopatas” que são contra a Polícia Militar e as FA, que subam o morro para dialogar com os bandidos traficantes que eles tanto acobertam e simpatizam. Quem sabe esse pessoal tenha uma fórmula mágica para acabar com a bandidagem e o tráfico.
Joao Reus: Suggerisco all’esercito e alla PM (Polizia Militare) che aspettino accampati e non risalgano su per o morro. Di più, suggerisco che i “compagni”, gli indignati, i rivoltosi “anarcocomunisti” che stanno contro alla Polizia Militare e ai suoi ammiratori, che siano loro a salire là sul morro per instaurare un dialogo con i banditi trafficanti che loro tanto giustificano e per i quali simpatizzano. Chissà che queste persone non abbiano una formula magica per farla finita con il banditismo e il traffico.
Vaneia: ACABA COM ESSA BANDIDAGEM. CHEGA DE IMPUNIDADE.
Vaneia: BASTA CON QUESTO MARASMA DI BANDITI. CHE ABBIA FINE L’IMPUNITÀ.
Il complesso di Maré si trova a nord di Rio de Janeiro (sul versante opposto rispetto alla Rocinha), ed è composto da sei favelas, per un totale di 130.000 abitanti. Si trova pericolosamente in prossimità all’aeroporto; ma chi giunga a Rio in aereo per i Mondiali o per altri motivi, e guardi alla sua destra, mentre percorre il vialone che lo porterà in centro e presso le località turistiche, non lo vedrà; perché è nascosto da una barriera di cemento appositamente costruita per celarne la vista; ed è pericolosamente vicino al Maracanã. Pericolosamente.
complexo de maré e maracanã #finestrasullafavela
In questi giorni è in corso la pacificazione militare nel complesso di Maré, con BOPE ed esercito. La popolazione del ceto medio di Rio de Janeiro, i turisti, e i tifosi, e magari anche i giornalisti internazionali si sentiranno più tranquilli. Può darsi che abbiano ragione. Quando un luogo e un popolo vengono considerati militarmente pericolosi, non c’è niente di più tranquillizzante, per chi ci crede, di sapere che in questo luogo stanno sfilando i carri armati.

Occupazione Maré – jornal zona de conflito midia indipendente – #finestrasullafavela
Segue un video prodotto da un progetto sociale simile al Progetto Giovani de Il Sorriso dei miei Bimbi Onlus nella favela Rocinha.
Un commento personale su questo video: mentre siamo felici di un’iniziativa che porti visibilità fuori dalla favela del sangue e dei morti di giustizia sommaria, non posso essere d’accordo con il portare esclusivamente il messaggio della pericolosità, contribuendo così al pregiudizio secondo il quale la favela sarebbe composta di centinaia di migliaia di banditi. Dalla Finestra non riusciamo a scorgere il complesso di Maré, purtroppo, se non attraverso queste iniziative pubblicate su Internet, ma siamo sicuri che le favelas che la compongono non siano più pericolose della Rocinha, né di qualsiasi altro luogo del mondo. Non posso quindi essere d’accordo con quella frase: “una delle più pericolose”, e simili. D’altra parte, il video presenta il grande merito di rendere l’idea degli effetti della violenza e del pregiudizio sui nostri bimbi e sui nostri giovani, ed è per questo che non possiamo che affacciarci, restare affacciati, e condividere ciò che abbiamo visto.