un impiegato in favela

Gleice Oliveira, 18 anni: nuova violenza subita in Rocinha

In Finestra sulla favela Rocinha, Il popolo di Rocinha, Storie di Pacificazione on 7 marzo 2014 at 08:52

Gleice Oliveira, 18 anni

È successo anche questo, in Rocinha, nei giorni scorsi: le sfilate, le baterias di favela; poi, una sera, la polizia ha imposto di chiudere una festa di Carnevale perché qualcuno aveva acceso una comune rissa e per chissà quale altra ragione, scatenando così una manifestazione che ha visto gli abitanti bloccare la estrada Lagoa-Barra, che, provenendo dal centro, passa sotto alla Rocinha. La protesta ha eccitato i banditi, i meninos, e da ciò si è innescata un’intensa sparatoria tra questi e la polizia. Abitanti in festa venivano fermati dai battaglioni speciali della BOPE per perquisizioni; gli veniva puntato contro il fucile con arroganza perché alzassero la maglietta e mostrassero di non essere armati. Poi, una notte nel corso della quale tutta la città di Rio era in festa, favela Rocinha inclusa, una ragazzina è scomparsa. Il ritrovamento del suo corpo, avvenuto nelle ore a seguire nel bagno di un bar con la serranda sbarrata, ha rivelato che era stata stuprata e uccisa.

Gleice Oliveira aveva 18 anni e un figlio di 2. Ha gridato, ha chiesto soccorso, ma i vicini che hanno sentito le urla hanno pensato che si trattasse di un comune litigio del quale non impicciarsi. Si dice che l’uomo che ha commesso l’omicidio sia già in fuga e che sia un morto che cammina: si dice che se ne occuperanno i  meninos, i ragazzi.

Manifestazioni sulla passarela per Gleice Oliveira, 18 anni (foto da favelaDaRocinha.com)

Il giorno del funerale della ragazzina (6 di marzo), gli abitanti della Rocinha si sono di nuovo ritrovati in manifestazione, sulla cima della passarela, lungo la estrada Lagoa-Barra: è l’unico luogo dal quale ci si può rendere visibili agli altri abitanti di Rio. Poi, calato il buio, sono risaliti lungo la estrada da Gávea, spina dorsale della Rocinha, fino al Portão Vermelho, dove trova sede una delle basi dell’UPP, Unità di Polizia Pacificatrice. Durante il percorso, qualcuno ha divelto i cartelli che  indicavano la direzione per la base, ed è stato frantumato il  parabrezza di una volante. I militari hanno risposto lanciando sui manifestanti spray di peperoncino, e niente di più per questa volta. Forse perché c’erano troppe macchine fotografiche, in giro. Intanto, continua a riecheggiare per le strade il coro: “Siamo in 200.000 a chiedere Giustizia”. Si dovrebbe essere forse 10 milioni, quanti sono gli abitanti di Rio de Janeiro, e forse anche di più. Siamo 200.000.

L’atroce delitto ai danni della giovanissima mamma fa parte di  quella categoria di eventi, già tragici di  per sé, che si verificano troppo spesso in tutto il mondo; ma qui nella Rocinha ha avuto ulteriori conseguenze specifiche: ha rappresentato l’inaccettabile; l’evento a fronte del quale non si  può abbassare la testa; ed ha spinto il popolo a liberare quelle accuse contro la polizia che da tempo covava in silenzio: di esercire violenza anziché di proteggere, e di non proteggere.

Resto affacciato alla finestra e lascio la parola ad un abitante di Rocinha, Davison Coutinho, di 24 anni, laureato in disegno industriale, impiegato alla PUC (Pontificia Università Cattolica), scrittore, membro di una commissione che si pone l’obiettivo di rappresentare gli abitanti di Rocinha, Vidigal, Chácara do Céu (due favelas circostanti alla Rocinha). Come si  potrà leggere, Davison accosta tre casi: Glauce, Rebeca e Amarildo (ufficialmente sequestrato, torturato e ucciso dalla polizia nel luglio 2013), che, va detto, sono molto diversi tra loro; ma le sue parole sono mosse da frustrazione antica, che forse domani sarà di nuovo deglutita in nome della pace e della vita.

Ecco la traduzione dell’articolo di Davison, pubblicato su Jornal do Brasil  (per la versione originale, si segua questo link).

Una vittima di violenza in più riscontrata in Rocinha

Gleice Oliveira, di  18 anni, è stata trovata morta questo mercoledì (5 marzo)

Gleice Oliveira, una giovane di 18 anni che è uscita di casa lunedì con l’unico intento di divertirsi, è stata stuprata e strangolata in Rocinha, nel pieno del Carnevale, mentre tornava a casa.

Quanti sogni perduti e un figlio di  2 anni che ha perso l’amore e le cure della madre! La pacificazione in Rocinha ha portato stupro e violenza!

Stiamo parlando della Rocinha, la Comunità che in pieno 2014 non sta vedendo realizzata la promessa di pace fatta dal Governo di Rio de Janeiro. I crimini e la violenza sono solo aumentati. Gleice è stata trovata non lontano dal luogo dove, nell’ottobre dell’anno passato, era stata trovata morta la bimba Rebeca, di soli sei anni, anche lei violentata e uccisa.

All’inizio era dura ascoltare le parole degli abitanti che dicevano di  preferire l’epoca del narcotraffico. Oggi, non ho più argomentazioni per difendere l’entrata del Governo. Che ne sarà della vita del figlio rimasto solo? E Amarildo? E Rebeca di 6 anni, anche lei  morta e stuprata?

Dov’è il Segretario alla sicurezza? Dov’è il Governatore? Quali sono le spiegazioni per quest’altro carnevale di morti e violenza nella favela pacificata, mentre di pace si sente parlare soltanto negli spot di propaganda? E alla famiglia, che devo dire? Posso solo compatirli e chiedere supporto a Dio perché riescano a superare la prova di tanta sofferenza.

Lutto per la bimba Gleice Oliveira! La Rocinha chiede pace! Via quel truffatore di  Cabral! (n.d.a. Cabral è il Governatore dello Stato di Rio de Janeiro, da molti accusato di corruzione).

Giustizia, malinconia eterna

  1. […] sia stato ripresa da un sito italiano (ecco l’articolo di Jornal do  Brasil, ecco il racconto della […]

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