È agosto al Ponte Lambro e il quartiere è deserto come altri quartieri di Milano: da questa parte del mondo è estate. In via Monte Oliveto un bimbo dai capelli fitti ricci, la pelle color mogano, in pantaloncini corti e maglietta a maniche corte, lancia per aria un pallone, aspetta che torni a rimbalzare sull’asfalto e gli sferra un altro calcio, di nuovo verso il cielo. Non passa nessuna auto per le strade, il bimbo è al sicuro e io resto affacciato alla finestra, come quando la finestra si affacciava alla rua dois.
Correndo, si lanciano in mezzo alla estrada da Gávea cinque bimbi scalzi all’inseguimento di Leggi il seguito di questo post »