un impiegato in favela

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Giochi di favela

In Finestra sulla favela Rocinha on 30 ottobre 2012 at 23:57

un aquilone qualsiasi

Scendi giù per la strada delle case popolari di Rocinha, la rua 4, e scorgi un gruppo di quattro o cinque bambini che si inseguono ridendo e gridando. Non giocano a pega pega (prendi prendi, cioè nascondino), questo è un altro gioco: uno di loro è bendato ed afferra uno stecchino di quelli da churrasco (lo spiedino) che in questa occasione non infilza carne o pollo o cuore, ma un pezzo di fango o merda ancora umida. Leggi il seguito di questo post »

People are strange

In Finestra sulla favela Rocinha on 6 ottobre 2012 at 19:57

La copertina di “Strange days”

Quello che non ha mai avuto le gambe né nessun problema a spostarsi su e giù per la collina, da rua Dioneia dove abita, alla rua um dove lavora: si porta sulla soglia della strada principale seduto su una tavola da skate, e qui aspetta un motociclista amico che lo traini, braccia forti appese al codone, ruote dello skate sull’asfalto  Ai codoni delle moto si aggrappano anche i bimbi di strada più selvaggi, quelli più abbandonati e liberi, quelli senza freni, ma in questo caso non vi si aggrappano per prendere un passaggio, ma per divertirsi a fermarle, le moto, e a sentir gridare il pilota che intima loro di scendere. Se sono stanchi di correre e ritengono di  aver bisogno di un passaggio si aggrappano al retro dei camion (nelle poche strade di Rocinha dove i camion riescono a passare, a volte con manovre impossibili). Invece quello senza gambe risale fino a quadra da rua um (il  campo sportivo della rua um), dove si gioca a calcio e il sabato c’è il  baile funky, e qui vende birra. Leggi il seguito di questo post »

Il cammino della rua 3: vietato giocare a pallone

In Finestra sulla favela Rocinha, Strade di Rocinha on 23 agosto 2012 at 00:52

vietato giocare a pallone

Riposarsi a volte è necessario e c’è chi per farlo legge o scrive; poi gli occhi si chiudono e il sonno prende il sopravvento. Ci sono giornate nelle quali non è facile svegliarsi anche se negli ultimi giorni il lavoro non è stato così intenso, ma sei stanco. Ti chiedi perché, ci pensi; provi a risalire alla radice e ti rendi conto che la stanchezza può avvolgerti anche se non hai fatto nulla, anche se non sei arrivato da nessuna parte; può farlo anche solo per aver passeggiato, ad esempio lungo la rua 3 della favela Rocinha, come nella rua do  rato molhado (la strada del ratto bagnato), dove sei stato colpito da una raffica di immagini inedite e che mai saresti riuscito a costruire con la sola fantasia. Leggi il seguito di questo post »

Skate di Rocinha

In Finestra sulla favela Rocinha on 17 agosto 2012 at 01:10

La curva a S di Rocinha è la curva della strada principale di Rocinha, la estrada da Gavea, tanto larga da consentire il passaggio di auto e autobus, e dove le auto, le moto e gli autobus e i passanti, bimbi e adulti, si intrecciano vorticosamente dandosi ora la destra e ora la sinistra, ora Inghilterra ora resto d’Europa, sempre a rischio di scontro frontale, che  non avviene mai.

skate di Rocinha

C’è una pista di skate e un parco giochi per bimbi, in un quartiere di Rocinha che sta dalle parti della curva a S; in un quartiere nel quale, anche essendo arrivato in favela da due mesi, potresti non essere ancora capitato. La pista è di quelle a U, con una doppia rampa una di fronte all’altra che, se sei uno skater, percorrendola da parte a parte ripetutamente, ti  consente di prendere velocità e, di volta in volta, giunto su ciascuna delle due cime, di svolgere le acrobazie e le figure tipiche di questo sport. Attorno al parco giochi ci sono un paio di bar e da qui risalgono i vicoli stretti, nel buio se ci vai dopo il tramonto. Leggi il seguito di questo post »

Lontano, dove finisce il mare

In Finestra sulla favela Rocinha on 12 agosto 2012 at 20:24

pinocchio di favela

Chi viene da fuori è subito identificato dai bambini della favela come colui che può dare – quando, di contro, verso nessuno degli abitanti ordinari possono avere la stessa pretesa -, ma non è detto che lo straniero possa farlo effettivamente: se dai due reais a un bimbo dovresti farlo con tutti e non sarebbe facile spiegare il motivo per cui a uno sì e agli altri no. Anche per una questione di responsabilizzazione, meglio un gesto di attenzione e di affetto, o una lezione di italiano o di geografia che possa essere loro utile per pensare di costruirsi un futuro in modo indipendente. Tuttavia, in una bella domenica di sole, se ci si sente in vacanza davanti al mare, alle colline e al cielo di Rio de Janerio, si può fare un eccezione. Così ci si ritrova al tavolo di un chiosco sul lungomare in compagnia di Davide e Junino che si arrampicano felici sul formaggio filante di un cheeseburger diviso a metà e si tuffano in un bicchiere di coca cola. Leggi il seguito di questo post »