Da Finestra sulla terra, di Un ricercatore in favela
Cari ascoltatori, siete collegati in diretta con il Wusum Stadium di Makeni, distretto di Bombali, dove le squadre stanno per fare il loro ingresso in campo.
Da Finestra sulla terra, di Un ricercatore in favela
Cari ascoltatori, siete collegati in diretta con il Wusum Stadium di Makeni, distretto di Bombali, dove le squadre stanno per fare il loro ingresso in campo.
Da Finestra sulla terra, di Un ricercatore in favela
Alle nostre latitudini le domeniche di luglio sono belle, calde, oziose, vacanziere. E in Sierra Leone, nei villaggi isolati delle comunità rurali, dove non ci sono macchine per andare al mare, TV per guardare la partita, o locali per fare l’happy hour, come si passa la domenica?
Nonostante la stagione delle piogge sia ormai cominciata questa domenica fa molto caldo e cerco riparo lungo il grande fiume, il Rokel river, il più lungo del paese. Passa vicino a Magburaka (distretto di Tonkolili), nel nord del paese. Partendo dal ponte sulla strada Leggi il seguito di questo post »
Da Finestra sulla terra, di Un ricercatore in favela
Ho sempre ammirato le formiche, creature ammirevoli, insetti sociali, instancabili lavoratrici. Disciplinate, operose, pazienti, trasportano in continuazione grossi carichi per rifornire del necessario il formicaio. Lavorano in gruppo, cooperano, collaborano, si aiutano, si spendono con dedizione per il bene comune. Spesso quando vado per sentieri sterrati qui in Sierra Leone ne vedo colonne lunghe. Ognuna porta il proprio carico, la merce che gli è stata assegnata. A volte questo carico è grande quasi quanto il loro corpo. Nonostante il peso camminano assieme con l’armonia e l’ordine di un’orchestra sifonica. Sono anche loro una componente della terra madre.
Lungo la strada sterrata tra le montagne attorno a Kabala (distretto di Koinadugu) incrocio Fatimata con le sorelle e le amiche.
Da Finestra sulla terra, di Un ricercatore in favela
Fa caldo a queste latitudini, bisogna bere molto. Gli esperti consigliano almeno 1,5 litri al giorno. Ma l’acqua, si sa, non sempre soddisfa le voglie del palato e dell’anima. Allora vino, bibite, birre, succhi di frutta, tisane e ogni sorta di bevanda diventano benedette. Per me è facile, vado al supermercato e posso acquistare quello che desidero (o almeno quella parte che è reperibile nei market sierraleonesi), ma solo una piccola percentuale della popolazione locale può fare altrettanto. Il resto, i contadini, gli abitanti dei villaggi, per ragioni economiche e logistico/geografiche non ha accesso a questi canali. Loro però hanno un’altra risorsa, un sapere antico accumulato granello dopo granello nei secoli di vita in sinergia con il proprio ambiente e che li rende abili a ricavare da questo tutto quello che serve. Attraverso la pratica sviluppata e affinata nel corso delle generazioni le comunità rurali hanno sviluppato conoscenze non scientifiche su come far rendere al meglio ciò che si ha a disposizione, quello che la terra offre, ma con misura, senza volerla alterare, permettendone la continua rigenerazione. Una convivenza rispettosa che plasma anche l’identità e la ricchezza del popolo che abita un territorio. Una simbiosi equilibrata e armoniosa scandita dal tempo delle stagioni, governata da pazienza, rispetto e saggezza.
Come esempio, la finestra oggi propone un fotoracconto di alcuni “distributori di bevande” che la terra offre ai contadini della Sierra Leone.
Capita spesso, girando per le aree rurali, di trovare taniche appese ad alcune varietà di palma. Leggi il seguito di questo post »
Da Finestra sulla terra, di Un ricercatore in favela

In Sierra Leone capita di trovarsi di fronte un esercito, un esercito pacifico e silenzioso, armato di zappe, badili e buona volontà. È l’esercito dei contadini provenienti dagli angoli più remoti dei distretti di Bombali, Port Loko e Kambia, in rappresentanza dei loro villaggi. Questa volta si sono riuniti a Kambia e per la verità non sono armati né di fucili né di attrezzi da lavoro ma di carta e penna, e anziché divise militari indossano abiti a festa.
L’insegnante di matematica delle medie quando non studiavo mi diceva in maniera affettuosa: Leggi il seguito di questo post »