un impiegato in favela

Archive for the ‘Finestra sulla Sierra Leone Il ritorno’ Category

Vietato guardare indietro

In Finestra sulla Sierra Leone Il ritorno on 29 ottobre 2015 at 09:56

Da Finestra sulla Sierra Leone Il ritorno, di Un impiegato in favela

Vietato guardare indietro (3) - Copia

Oggi è una giornata buona: rovinavo giù per le discese a strapiombo del Congo Valley River, tra le baracche di lamiera che costellano la Old Railway Line, e all’improvviso ho trovato un copertone. Sono cose che ti girano la giornata: un bastone di legno lo trovi facilmente, e con quello fai rotolare la gomma avanti, sempre più avanti, e fai strada senza pensarci. Mi piace scegliere percorsi difficili. Amo il ponte pedonale della Old Railway; occhi fissi sul cerchio di gomma: mai guardare sotto, sei sospeso a Leggi il seguito di questo post »

…e quelli che ci sono ancora

In Finestra sulla Sierra Leone Il ritorno on 27 ottobre 2015 at 13:02

Da Finestra sulla Sierra Leone Il ritorno, di Un impiegato in favela

Quelli che ci sono ancora dopo ebola

Alpha Bangura

Memuna Sesay

Isatu Kamara

Osman Kamara è tornato

Suliman Kamara è tornato tenendo in braccio un bambolotto che gli hanno regalato al centro ebola: un palloncino bianco bello rotondo sul quale qualche infermiere ha disegnato occhi, baffi e sorriso.

Musu Koroma ha il mal di testa, e la vista peggiora, però è viva, e questa settimana ha trovato lavoro presso una ONG e si occupa di protezione infanzia. Al mal di testa e al calo della vista si abituerà: ci si abitua a tutto. Aminata Bangura ha cinque anni, Leggi il seguito di questo post »

Quelli che non ci sono più…

In Finestra sulla Sierra Leone Il ritorno on 26 ottobre 2015 at 11:02

Da Finestra sulla Sierra Leone Il ritorno, di Un impiegato in favela (galleria fotografica di Un ricercatore in favela)

Rogbom Ebola cemetery

Fatmata Kamara l’ha investita la febbre alta, poi si è messa a sputare sangue, è stata spazzata via da un colpo di vento infernale e si è accartocciata che non aveva più di dodici anni. Era aprile dell’anno passato, del 2014, e non sapevamo che cosa fosse successo, e che cosa sarebbe successo dopo.

Dove viviamo noi non c’è elettricità, c’è una sola strada non asfaltata, non abbiamo generatori, non abbiamo automobili: molti dei nostri bimbi non ne hanno mai vista una. La prima è stata Leggi il seguito di questo post »

Musu e le altre (dopo l’ebola)

In Finestra sulla Sierra Leone Il ritorno on 21 ottobre 2015 at 14:21

Da Finestra sulla Sierra Leone Il ritorno, di Un impiegato in favela

Musu e le altre

– Mi chiamo Musu e vendo cuccioli. Me ne sono preso uno in casa: un cucciolo di uomo lasciato orfano dall’ebola. Si chiama John, ha cinque anni, ed è il nuovo fratellino di altri sette bambini che stanno in casa mia: due maschi e cinque femmine. Mio marito attualmente è disoccupato. Viviamo in un villaggio di Koya Rural, in una stanza con un telo di plastica che fa da tetto; quattro pareti di fango ci separano dalla palude. I bambini non vanno a scuola perché non abbiamo soldi per comprare loro quanto sarebbe necessario.

– Casa nostra invece il tetto non ce l’ha, e sotto al cielo siamo cinque adulti e undici bambini. Quando minaccia pioggia, Leggi il seguito di questo post »

Tacugama, il santuario degli scimpanzé

In Finestra sulla Sierra Leone Il ritorno on 17 ottobre 2015 at 18:31

Da Finestra sulla Sierra Leone Il ritorno, di Un impiegato in favela

takugama il santuario degli scimpanzé

– La caccia agli scimpanzé è illegale perché sono a rischio di estinzione. Noi riceviamo le segnalazioni, andiamo a prenderli, e vediamo se possiamo proteggerli; ma ai tempi dell’ebola peggiore non abbiamo ricevuto chiamate, perché tutto il Paese è stato concentrato a risolvere l’epidemia. Così ora ne abbiamo settantasette, mentre prima siamo arrivati a quasi cento.

– Che cosa fate con questi scimpanzé?

– Sono esemplari che sono stati abbandonati, isolati, o rimasti orfani a causa dei predatori o per malattia. Una volta abbiamo avuto un esemplare albino, dal pelo bianco e un occhio azzurro e l’altro verde. Ci ha lasciati ma noi le abbiamo dedicato questa stanza. Si chiamava Pinky e non ci dimenticheremo mai di lei. Qui, Pinky e gli altri hanno avuto e hanno accesso a un supporto alimentare minimo (il resto se lo procurano da soli nella foresta), cure mediche, un luogo dove dormire se vogliono.

– Possono scegliere? Leggi il seguito di questo post »