
Ricordo ogni istante dei miei primi anni. Dormire al riparo di una scatola di cartone, in un angolo del mio mondo. Una notte laggiù vicino alla passarela, che era diversa da com’è adesso, non era molto diversa da una notte su nella rua um, in mezzo a un parcheggio o qualcosa del genere, e ti sentivi le zampette degli insetti solleticarti qua dietro alle orecchie, mentre dormivi, ma non mi facevano paura, ché aver paura della barata è affare di menina. La Roça, la Rocinha è la mia famiglia, e una stella sola vedevo brillare quando ero piccolo, cioè, non che adesso sia già molto grande, ma intendo dire, quando ero più piccolo, capito? Be’, dicevo, a quei tempi la mia stella luccicava sul metallo di un mitragliatore imbracciato da una faccia scura che non mi guardava mai, e io desideravo che mi guardasse, era il mio sogno.
Poi fu il tempo di un altro sogno, Leggi il seguito di questo post »