– Ciao Mariquina! Come stai? Il pancione si è fatto bello tondo… quanto manca?
Mariquina, giovanissima, dagli occhi grandi, la pelle dorata e il sorriso che si ravviva mentre rivolge il viso al cielo:
– Dovrebbe nascere oggi, dovrebbe essere questione di ore o di istanti!
– Oggi? Istanti? E che ci fai in strada da sola?
– Sto andando a inviare un fax!
– Un fax?! Ma ti pare? Non è meglio che vai in ospedale?
– È per questo che sto andando a inviare il fax! Vorrei farmi ricoverare perché sento che sta arrivando. Per farti ricoverare devi mandare un fax, e poi puoi andare in ospedale.
Mariquina dal pancione grande e tondo, gli shorts, la maglietta larga e le havaianas; Mariquina dagli occhi grandi, la pelle dorata e il sorriso bello e selvaggio che si ravviva quando volge il viso al cielo, se l’invio del fax è andato a buon fine, oggi sarà di nuovo mamma.
Auguri!
Viver na favela é uma arte: ninguem rouba, ninguem escuta, nada se perde, manda quem pode, obedece quem tem juizo.
Vivere nella favela è un’arte: nessuno ruba, nessuno ascolta, nulla si perde, comanda chi può, obbedisce chi ha giudizio.
Jorge Selarón
-4 giorni alla chiusura del primo capitolo. Tra quattro giorni anche la Finestra sulla favela tornerà a casa: in Italia, al quartiere Ponte Lambro di Milano. Se qualche cortese lettore si fosse affezionato alla Rocinha e a qualcuno dei suoi abitanti, ne sentirà la mancanza come ne sentirà la mancanza la Finestra; ma le lancette dell’orologio hanno fatto molti giri, e comunque la Finestra tornerà ad affacciarsi ad altri luoghi, di emarginazione e di grande umanità, siano essi remoti o fisicamente vicini a casa. Ma di questo si riparlerà dopo l’ultimo racconto.