Vicino all’ingresso della favela Jacarezinho c’è un cavallo scheletrico, bianco vecchio e dagli occhi spenti; è legato a un palo, solo, immobile, e si capisce che sta lì ad aspettare la morte. Ai lati del viale che ti porta all’ingresso della favela ci sono muri di cemento armato e filo spinato; ai piedi di questi, barriere spazzatura. Qualche clochard qui si è ricavato un posto dove dormire.
Sai quando stai entrando a Jacarezinho quando oltrepassi un valico immondizia posizionata in mezzo alla strada a rallentare il passaggio di autoveicoli, quelli della polizia.