un impiegato in favela

Opoto snaps muretto

In Finestra sulla Sierra Leone Il ritorno on 6 ottobre 2015 at 09:09

Da Finestra sulla Sierra Leone Il ritorno, di Un impiegato in favela

opoto snaps muretto

Questo gioco funziona così. Regola numero uno: ti affacci e chiami “opoto, opoto!!”. L’opoto non si gira, resta laggiù in fondo, fermo, oltre il muretto che non si può scavalcare; allora insisti: “opoto, opoto!!”. Allora lui si volta verso di te, e poi si volta di nuovo dall’altra parte, allora lo chiami ancora, e si volta di nuovo verso di te e allora insisti: “opoto, opoto!!”, e allora si gira di nuovo e arriva piano piano, e quando arriva vicino al muretto ti chiede con una parlata tutta strana che non si capisce: “sapete che cosa vuol dire opoto?”. A proposito, lo sapevi tu che opoto non vuol dire solo whiteman ma anche che una volta i portoghesi sono arrivati dal Portogallo, che è che un posto come Salone ma lontano, lontano, lontanissimo, dopo il mare; e i bimbi di allora, bimbi come noi, dicevano o portuguese, o portuguese, o portu, e a continuare a ripeterlo, per far prima, hanno cominciato a dire opoto? E siccome quelli erano i primi whiteman di Salone, oggi, tutti gli whiteman, anche quelli che arrivano da posti diversi, li chiamiamo opoto. Io non lo sapevo e adesso mi sembra strano che ci sono whiteman che vengono da posti diversi, anche perché mi sembrano tutti uguali. Comunque, arriva l’opoto e ti dice che opoto è del Portogallo e invece lui è di un altro posto. Tira fuori la macchinetta e ti fa snaps, e tu ti affacci al muretto e ti nascondi dietro al muretto, e dopo compari nel retro della macchinetta che fa snaps, con la faccia più piccola, ma uguale uguale alla tua, come se la tua faccia di prima è rimasta intrappolata in uno specchietto magico, e anche nelle snaps scompari dietro al muretto e dopo un attimo ricompari, e a rivederti così ti viene tanto da ridere che ti meriti un’altra snaps, così poi ti rivedi che stai ridendo e ti viene da ridere ancora di più, proprio ti spanci dalle risate; e mentre ridi arrivano altri amici, e fanno snaps pure loro, e ripetono “opoto, opoto!” e ridono, e fanno anche loro snaps, e si nascondono e ricompaiono. A un certo punto è arrivata anche la nonna e si è messa a ridere e a fare snaps pure lei.

Io ci ho provato a spiegare alla nonna e agli altri che ci hanno raggiunti dopo  che questo opoto non è proprio opoto, perché viene da un altro posto, e dice che ha un nome che non è opoto; ma il nome è difficile da pronunciare e me lo scordo sempre, quindi ho rinunciato. Ma la mia faccia dentro alla macchinetta che fa snaps non me la dimenticherò mai, perché ho riso tanto, tanto come non mai.

Ecco come funziona questo gioco! Ah, sono rimasta alla regola numero uno, ma tanto hai capito no? E poi le regole non mi piacciono.

Prima della galleria delle snaps dal muretto, una comunicazione di servizio: da oggi mancano 33 giorni consecutivi senza nuovi casi di ebola per poter dichiarare la Sierra Leone “ebola-free”, e cioè libera dall’epidemia (e oggi, per la prima volta, si può dire che da una settimana non si registrano nuovi casi); mancano 25 giorni alla chiusura di questo capitolo della Finestra sulla favela orientata sulla Sierra Leone (ma la Finestra resterà aperta sull’area rurale sierraleonese con Finestra sulla terra di Un ricercatore in favela). Ed ecco la galleria di “opoto snaps muretto”.

Un impiegato in favela

Chi è che sta in favela?

Finestra su cosa?

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