– Hi Suma, how are you? How de body?
– De body fine, Mr. Marco. How de day, how de work, Sir?
– De day is fine, de work is fine, Suma.
– So, how is everything? Ça va, Sir?
– Oui, ça va, Suma, va tutto bene.
– Mi chiedevo, Sir… che lingua si parla in Coopi?
– In Coopi? Si parlano diverse lingue…
– Sì, ma dico, nel posto da dove viene, Sir, che lingua si parla?
– Ah, in Italia! Vengo dall’Italia, Suma. E in Italia si parla l’italiano.
– Come?
– Italiano.
– Italia…?
– …no.
– Oh, Sir, pensavo che si parlava francese.
– No, italiano.
– Sì, ma a parte l’italiano, voi per esempio a scuola che lingua parlate?
– L’italiano!
– Oh, davvero?
– Sì, è così, Suma. Da noi, la lingua che si parla a scuola e negli uffici e nelle cerimonie ufficiali è più o meno la stessa che si parla nella vita di tutti i giorni, l’italiano. Anche gli insegnanti, a scuola, parlano l’italiano. Poi uno può scegliere di imparare un’altra lingua, l’inglese, il francese, lo spagnolo, ma normalmente si parla la nostra lingua, che è l’italiano.
– Davvero? Che bello. Questo è molto bello. Perché, Sir, invece qui da noi, c’è il Krio, poi ci sono tutte le lingue locali e poi c’è l’inglese. Nelle scuole si parla solo l’inglese, perché la lingua locale non è molto presa in considerazione, non è importante.
Dedicato ai colonizzati, agli sfruttati, ai malpagati, agli schiavi dell’era contemporanea, a tutti quelli che vorrebbero prendere una nave per pescare o per viaggiare e sono costretti a prenderla per fuggire. Per fuggire dalla morsa della fame, delle epidemie evitabili, della povertà estrema, di atroci guerre civili. Dedicato a settecento persone e a molte di più. Fiori lanciati a mare dalla Finestra. Fiori, alberi fioriti, cieli grigi, azzurri e stellati. Che Yemanjá vi accolga nel suo regno e vi protegga, e che protegga quelli che stanno partendo adesso e quelli che devono ancora partire. (19 aprile 2015)