“Troque sua arma por um pincel”: “Scambia la tua arma per un pennello”.
È l’invito che hai dipinto su un muro del Valão molti anni fa, su quello stesso muro che anni più tardi sarebbe stato scolpito dalle pallottole che hanno trapassato Ben-Te-Vi, il capo delle feste e dei calciatori e dei cantanti famosi in Rocinha. Era un altro mondo, come anche ieri era in Rocinha. Le armi potevano essere quelle vere come quelle giocattolo fabbricate con cartone e nastro adesivo da molti bimbi, allora come oggi.
Stavo sulla riva di là, quella dove sono nato, e per me eri l’artigiano che aveva fabbricato i maquete, i cestini e le favelinas che ci arrivavano in Italia per fare i bacchetti del Sorriso.
Vivevo sulla riva di qua e ti ho abbracciato dal vivo, e ti ho detto che avevo visto le tue opere di artigianato quando ancora stavo in Italia, e tu avevi sorriso. Poi ti ho visto mentre l’artigianato lo insegnavi ai bimbi di Rocinha perché potessero scegliere di continuare a fare questo piuttosto che altro, e sei stato il primo che in Rocinha ho chiamato “tio”, come fanno i bimbi con quelli più grandi.
Una volta la dottoressa Simona ti ha cambiato un medicinale che al centro sanitario ti avevano dato sbagliato, e il giorno dopo già il sangue ti si era rimesso in moto nelle gambe, e le gambe tornavi a sentire. Il giorno prima ti ho visto in lacrime e ti ho detto che non dovevi preoccuparti; il giorno dopo non riuscivi a stare fermo per la gioia e scalciavi nella tua scuola-bottega, e per poco non volavi per terra dalla felicità. Un’altra volta ho scorto una lacrima sul tuo viso, e una volta mi hai detto: “W l’Italia!”, e che avresti voluto venire a vedere com’è l’Italia.
Lo zio Lino, tio Lino. Artigiano di Rocinha, e promotore del progetto di educazione all’arte e all’artigianato per i bimbi di Rocinha: “Rocinha o mundo da arte”. Quando faceva il bagnino, tirò fuori dalle onde dell’Oceano la vita di un americano, che, in cambio, gli regalò una casa a Barra. Aveva una casa a Barra ma gli ultimi giorni ha preferito viverli presso il suo progetto tra Valão e Roupa Suja di Rocinha per controllare che il progetto continuasse a funzionare come voleva lui. A Natale 2012 l’ho visto fare Babbo Natale per i nostri bimbi. A Natale 2013 ho avuto l’onore di consegnarglielo io, il regalo che gli abbiamo fatto per il suo Natale, e lui mi ha detto: “W l’Italia!”, e che voleva venire a vedere com’è l’Italia.
Ciao Tio Lino, continuerai a vivere nei ricordi di un Babbo italiano, degli amici che hanno voluto portare un pezzo di te a vedere l’Italia, e di tanti bimbi e giovani della Rocinha, dove hai voluto vivere gli ultimi giorni di questa vita.
(foto tratte dalla lunga storia di tio Lino con Il Sorriso dei miei Bimbi)