Sparì in un soffio di vento, in un battito di ali di farfalla, la favela, con le sue centinaia di migliaia di abitanti, bimbi e bimbe mamme di bimbe, operai, spazzini, autisti, domestiche, moto-boy, tate, commercianti, ladri, narcotrafficanti; tutti ex-contadini. Volò, la favela, come un’isola che incastonata su una collina che si rivela un’astronave, e all’improvviso decide di sollevarsi e dissolversi fuori dallo spazio e dal tempo.
Un giorno un soldato che aveva appena sconfitto i ribelli, non essendo stato pagato dal Re, senza soldi, non sapendo dove andare, intraprese un cammino senza destinazione, fino a che non giunse su una collina. Qui si fermò e si costruì casa con quello che aveva a disposizione: legno, fango e fogliame. L’avevano seguito i suoi compagni di guerra. Durante il cammino, ognuno di loro si era fatto una famiglia nuova. Così si fermarono tutti in quello stesso luogo. Prima di loro non ci si era fermato nessuno, perché dicevano che non ci si poteva costruire; ma loro costruirono, e costituirono la loro Comunità. Decisero di dare un nome a casa, e mentre ci pensavano, gli tornò in mente il vecchio accampamento, e la pianta che l’aveva battezzato, che dava frutti simili alle fave e che era molto diffusa nel campo di battaglia, nel Sertão. La pianta era la favelereira e l’accampamento era stato chiamato favela. Così, anche la collina dove si erano insediati prese quel nome.
Un giorno vicino ai nostri però, la favela scomparì: prese il volo come se sotto ad ogni abitazione, che nel frattempo era diventata di mattoni rossi e cemento, ci fosse stato un reattore. La favela volò, e sulla collina restarono solo le piante, gli alberi, i colibrì, i pappagalli e i tucani.
Ma la favela c’è o non c’è? È fantasia che sia esistita e che poi sia volata o è la verità? Io queste cose non le so, e allora chiesi a un pagliaccio di passaggio che si guardava attorno pieno di meraviglia. Mentre mi regalava un cuore di stoffa, mi rispose che c’era una volta un mondo nel quale qualcuno aveva pensato che la favela avrebbe potuto dare fastidio ai clienti di un grande centro commerciale di lusso, e allora, volendo accoglierli con la fotografia di una famosa collina di Rio de Janeiro che però era macchiata da una favela, prese una gomma da cancellare contemporanea, che chiamano photoshop, e la cancellò. Così ai clienti di quel supermercato poté sembrare che la favela era volata via.
Ma la favela c’è o non c’è? La favela c’è! E nella favela c’è pure il pagliaccio. Se non ci credete, potete controllare con i vostri occhi…
La favela cancellata con photoshop da una foto esposta all’ingresso di un grande centro commerciale: fonte Globo.