Dalle parti di rua tres c’è una ragazza che sorride con gli occhi e quando sorride i suoi occhi risplendono di vita; ha la pelle olivastra e i capelli lunghi e ricci che risplendono al sole, e lei lascia che questi accarezzino le rotondità del suo petto, anch’esse piene di vita e fresche, quelle di una giovane donna che è stata bambina poco tempo fa. La rotondità prorompente dell’addome è quella di una giovane che sta per diventare mamma e se le chiedi quanti anni ha, ti sorride e ti dice che ne ha quattordici.
Ci sono periodi di guerra in Rocinha, anche a un anno dalla pacificazione (quel processo che a partire dal 2010 ha visto l’ingresso della polizia militare in una trentina di favelas del centro di Rio, a ribaltare il controllo del territorio esercito per una quarantina d’anni dal narcotraffico). Le guerre sono silenziose e notturne, e si svolgono in alcuni quartieri specifici della favela. I giornali e la televisione annunciano con clamore una morte se si tratta di un giovane armato in divisa, ma non si occupano di un giovane armato a dorso nudo, di un soldato del narcotraffico. Molti giovani di favela sono sconosciuti ed emarginati, non interessano alla maggior parte degli abitanti di Rio de Janeiro o di altrove quando sono in vita né quando muoiono, alcuni di loro potrebbero ricevere il certificato di nascita solo per poter emettere quello di morte. Tuttavia, in favela si sa chi muore: c’è un passaparola, una radio invisibile, che fa sì che gli abitanti conoscano l’identità di quel ragazzo che ha smesso di vivere, il corpo del quale è stato portato via di notte.
Dalle parti di rua tres incontri ancora quella ragazza dalla pelle olivastra: ti riconosce e ti sorride come prima, ma il suo addome è tornato piatto come quello di una bimba di quattordici anni: ora è mamma di un bimbo che ha meno di un mese e che crescendo non potrà conoscere il suo giovane padre se non attraverso l’iscrizione di una targa che è stata installata su un muro della piazzetta tra la rua tres e il beco do rato molhado (il vicolo del ratto bagnato), una targa alla memoria di un giovane guerriero, di un ex-soldato del narcotraffico.