Serpente che si insinua negli anfratti delle strade di Rocinha, lo vedi, negli ultimi tempi, passeggiare guardingo, come chi va a caccia di topi. Si gira indietro, si volta, gli pare che qualcuno lo abbia chiamato, ma ha solo sentito voci e suoni ordinari di favela. Leo, che è stato presidente dell’associazione abitanti della favela Rocinha, candidato consigliere comunale per l’attuale sindaco di Rio de Janeiro Eduardo Paes, escluso dai media pochi giorni prima le recenti elezioni municipali perché è stato denunciato dal comandante della Polizia Pacificatrice per tentativo di corruzione; Leo, uno che ha portato avanti la campagna elettorale con un jingle che, cominciando a suon di mitraglia, ricordava i tempi andati di Nem di Rocinha, ultimo capo prima della pacificazione; Leo, che ha rivolto minacce di morte ad abitanti della favela per realizzare i suoi giochi di potere. Leggi il seguito di questo post »
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Elezioni di Rio de Janeiro in favela Rocinha, l’isola che non c’è (PARTE 2)
In Finestra sulla favela Rocinha, Oltre la favela Rocinha on 12 ottobre 2012 at 19:58Il suo slogan elettorale è stato gridato per tre mesi in favela Rocinha – da luglio fino a pochi giorni prima di domenica 7 ottobre 2012, il giorno delle elezioni comunali di Rio de Janeiro – a massimo volume, dai tetti delle automobili, richiamando un proibidão: un funky di favela che inneggia all’uso delle armi e istiga alla violenza contro le forze dell’ordine ufficiali, e che è proibito per legge. L’attacco di questo suo slogan una scarica di mitragliatrice, dopo si mitiga nel testo ma non nel tono della voce, urlando che “è un tipo serio” e che “parla sul serio”, e che il numero elettorale da votare, il suo, è 19000. Per votare un sindaco e un consigliere comunale, a Rio de Janeiro, indichi un numero, così un candidato può presentarsi con un soprannome anziché con il suo nome originale. È il caso di Leonardo Rodrigues Lima, candidato consigliere comunale con lo pseudonimo di Léo Comunidade (Comunidade, Comunità, è il nome politicamente corretto per favela). Fa parte della squadra di Eduardo Paes, sindaco uscente ed eletto a grande maggioranza, il 7 ottobre, ad amministrare Rio de Janeiro per il mandato dei prossimi quattro anni, che vedrà passare dalla ex-capitale del Brasile la finale dei Campionati Mondiali di calcio. Leggi il seguito di questo post »
Elezioni di Rio de Janeiro in favela Rocinha, l’isola che non c’è (PARTE 1)
In Finestra sulla favela Rocinha, Oltre la favela Rocinha on 11 ottobre 2012 at 00:43I muri ricoperti dai manifesti, le strade tappezzate dai volantini, quelli lanciati a manciate dai finestrini delle auto, quelli lasciati andare per terra camminando, in quantità tali da esporre i passanti a rischio di scivoloni. Le auto viaggiano per la estrada da Gavea, per la via Apia, e per il Caminho do Boiadero, cioè per le strade della favela Rocinha dove le auto riescono a passare, con l’ amplificatore sul tetto e il volume al massimo, annunciando a ritmo funky gli slogan dei candidati, facendo tremare senza sosta i timpani e i muri delle case. Nella estrada da Gavea, all’altezza della Biblioteca Parque, iniziativa del Governo inaugurata in occasione delle precedenti elezioni, e dopo di queste chiusa, e aperta di nuovo in occasione della nuova campagna elettorale (non più di tre mesi fa); dall’altra parte della strada rispetto alla biblioteca, un gruppo di elettori ha occupato uno spiazzo con due vasche enormi piene di ghiaccio e di lattine di birra da offrire ai passanti a nome dei candidati che sostengono. Per questa nuova occasione di festa non è mancato il supporto del Deejay funky, così qui si è creata una folla che continuerà a festeggiare tutta la notte, anche ad urne chiuse: scioltosi il ghiaccio, alcuni degli avventori non si faranno scrupoli a rovesciare in mezzo alla strada la vasca piena d’acqua generando un’onda lungo la strada e sfiorando una volante della polizia pacificatrice che proprio davanti alla piazzetta si era fermata con i lampeggianti accesi. Nel mezzo del rivolo che scende giù per la collina, si ferma così un’altra camionetta a rinforzo; la musica continua a pompare, la festa anche. Uno degli animatori ride sbeffeggiante verso il mezzo delle forze dell’ordine che si è appena fermato e fissa provocatoriamente uno dei militari, portandosi indice e medio agli occhi rossi di alcol e di odio, per poi ruotare il polso e rivolgerli nella direzione di quello, come a lanciargli il messaggio: “ti ho visto in faccia e non mi scappi.”. Così una squadra in divisa scende in strada e si avventura a dividere la piccola folla con i soliti fucili e pistole manico alla mano; nessuno si scompone, la musica va avanti, la festa e i balli anche; la squadra di poliziotti prosegue il suo giro di perlustrazione risalendo la collina: questa volta nessuno dei favelados festaioli si è fatto sorprendere a fumare maconha (marijuana). Leggi il seguito di questo post »


