un impiegato in favela

Giro in tram

In Lookman, l'uomo che guarda on 16 agosto 2016 at 09:59

Da Lookman, di Un impiegato in favela

lookman a milano, giro in tram

Uh uh. Oggi sono sparito dietro una porta, nessuno mi trovava e dopo che ho deciso di farmi vedere, ho indossato le ciabattine, ho fatto scorta di garza, ho sistemato il letto, ho spento la TV, mi sono arrotolato per benino il tubo da dove mangio e con papà e mister M sono andato fuori dall’ospedale per la prima volta da quando sono arrivato qui con l’aereo. Abbiamo camminato molto per uscire dall’ospedale: è un ospedale molto grande, più grande di quello di Emergency di Goderich e ci sono tantissime ambulanze. Quando finalmente abbiamo trovato l’uscita, siamo finiti su una strada coi binari come quelli del treno (quelli che costruiscono i cinesi). Uh uh. Non hai idea di quello che è successo dopo! Abbiamo camminato ancora un po’, non c’era nessuno. All’improvviso è uscito un biscione di metallo, come un treno, che camminava sui binari stridendo solo un po’, così: iiih iiiih! Ci siamo saltati sopra. Il papà guardava dalla finestra, io guardavo dalla finestra, mister M guardava me e il papà che guardavamo dalla finestra. Le sedie erano comode, le portiere si aprivano e si chiudevano da sole! Quando il biscione faceva una curva il pavimento della nostra cabina curvava pure lui per inseguire il pavimento della cabina davanti; in mezzo ai due c’era un altro pezzo di pavimento a forma di cerchio che girava fino a che tutto tornava dritto. Dopo due o tre volte che le portiere si sono aperte e richiuse da sole (nessuno le chiudeva e riapriva!), mister M ha detto che dovevamo scendere.

Uh uh. Siamo volati giù dagli scalini e ci siamo ritrovati nel marciapiede più grande del mondo! Non ho visto mai un marciapiede così grande, neanche a Freetown. Come se non bastasse, in fondo al marciapiede c’era una casa grandissima, tutta bianca con le statue e col tetto con le punte che indicavano il cielo. Sul marciapiede c’era tanta gente, tutti bianchi come i dottori di Emergency e qualche cinese: chissà se hanno costruito loro la ferrovia che ci ha portato fin qui. Il papà si è messo a guardare un palazzo e ha detto che era bello. A me piacevano le punte della grande casa bianca in fondo al marciapiede, poi mi piacevano i piccioni e i cagnolini al guinzaglio. Ho visto anche un autobus con la gente seduta sul tetto, anzi ne ho visti due, e poi ho visto un camioncino buffo e bianco. Mister M ha detto che è il camion della spazzatura, che schifo! Il papà ha detto che ne servirebbero di camioncini così anche in Sierra Leone, infatti c’è sempre in giro molta spazzatura da portare via.

Dopo abbiamo comprato una scatoletta delle medicine per il papà che ha la malaria come al solito, siamo montati di nuovo sul biscione e siamo tornati all’ospedale. Ma prima di salire in ospedale ho anche fatto un giro in moto! Ho già chiesto al papà se posso averne una e lui ha detto a mister M: “il ragazzo va un po’ troppo veloce”. Ma io con la moto andrei anche più veloce! Dopo siamo saliti, ci siamo lavati le mani che è molto importante visto che siamo stati in giro e poi io sono andato subito dalle infermiere a chiedere la cena perché abbiamo camminato tanto e a me è salita una gran fame! Uh uh che giornata incredibile!

N.d.A. Ci si diverte con Lookman anche perché proprio oggi è il suo compleanno! A presto, però, con l’ultimo racconto nigeriano che ancora Finestra sulla favela ti deve.

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