Da Finestra sulla Sierra Leone Il ritorno, di Un impiegato in favela
We go was ebola
Sciacqua via l’ebola, fa’ che l’ebola era
Liberaci dai monsoni e dalle macerie
Liberaci dagli stadi per gli sfollati
La città libera dall’alto è come il mercato della Sanni Abacha street: ognuno stretto all’altro, e i raggi del sole rimbalzano sui tetti di lamiera come i richiami dei commercianti sulle bancarelle ricolme di tessuti colorati, pesci, polli e straccetti di capra alla piastra, tubetti di dentifricio, scarpe di plastica, braccialetti, cinture, abiti a festa, capre legate alle zampe e fissate su una carriola che ti guardano con l’occhio lucido fuori dall’orbita, omulanke che si fanno strada spingendo la folla lungo la Fisher street, dove qualche settimana fa c’era l’ebola e adesso restano i pescatori, il mercato del pesce, che si confonde con i cumuli di rifiuti dove si rotolano i maiali
Liberaci dai tetti di lamiera forati dalla pioggia
Liberaci dai rata
Liberaci dal male
Liberaci da te, dio (questo lo dico io)
Liberaci da lavati le mani
Liberaci da tutto tranne che da Suliman Kamara e dal mare
[…] Libera Freetown, 20 settembre 2015 […]
"Mi piace""Mi piace"