un impiegato in favela

Due novembre

In Finestra sulla favela Rocinha, Il popolo di Rocinha, Storie di Pacificazione on 2 novembre 2013 at 16:14

Anche nella Rocinha, come in molti altri luoghi del mondo, oggi è il giorno dei morti, e la gente compra una candela, oppure incendia una scatoletta di carta creando un piccolo falò per terra, e prega, spesso ad un angolo di un vicolo, meglio se dietro alla parete di una Chiesa, magari nei pressi del luogo dove la persona cara è stata viva per l’ultima volta, e, che si sia comportata bene o male, che sia morto di armi o di malattia, giovane o adulto, le dedica un ricordo. Così, molti angoli e molti vicoli della favela sono decorati di fiammelle e donne e uomini che aspettano in ginocchio che esse brucino fino in fondo; ciascuna fiammella una porta di passaggio tra questo mondo e un altro, un ponte di comunicazione con chi sta proseguendo la sua esistenza altrove.

Pare che in questi giorni si raggiri per i vicoli più bui e per gli angoli più reconditi un giovane armato, e alla vigilia del giorno dei morti, nei pressi della mezzanotte, hanno echeggiato nella valle molti colpi d’arma da fuoco. Pare che fosse uno che  lavorava nel narcotraffico e che poi è stato cacciato per qualche motivo. Solo che lui è fuggito con le armi e ora è tornato, e pare che ora debba vendicarsi di qualche torto subito, ma è solo contro polizia e contro gli altri soldati. Così, forse, nei prossimi giorni, ci sarà un altro morto da commemorare.

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