un impiegato in favela

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Tre giorni senz’acqua

In Finestra sulla favela Rocinha, Vita da favelado: il nido d'aquila on 16 settembre 2013 at 23:25

Restare senz’acqua in Rocinha è un ottimo modo per conoscere meglio il vicinato. L’acqua in questione è quella che esce o che dovrebbe uscire dai rubinetti. L’acqua potabile non esce dai rubinetti: ti  compri un boccione da venti litri per sette reais (un paio di euro) e te lo porti a casa in spalla, quindi, se puoi pagare e riesci a trasportare il boccione, l’acqua potabile non manca. L’acqua in questione, quella per lavarsi e per lavare e per cucinare dopo che è stata bollita, scende periodicamente da un silos enorme che sta in cima alla collina per mezzo di un sistema di tubi che percorrono i vicoli di Rocinha a contatto con la strada, con gli scarichi e con le fogne a  cielo aperto, fino a raggiungere i catini appoggiati sui tetti delle case (chi si affaccia spesso alla finestra lo sapeva già, avendo avuto modo di apprendere dell’importanza del secchio).

Casa mia, detta “il nido d’aquila”, è dotata di due catini di raccolta dell’acqua: uno approvvigiona la cucina, l’altro il bagno e altre tre abitazioni. Ci sono state un paio di occasioni nelle quali è mancata l’acqua da queste parti. Leggi il seguito di questo post »

L’importanza del secchio

In Finestra sulla favela Rocinha, Vita da favelado: il nido d'aquila on 12 settembre 2013 at 00:01

Avviso al cortese lettore. Per spiegare dell’importanza del secchio in una favela, sarà necessario utilizzare ripetutamente un paio di parole che potrebbero urtare la sua sensibilità. Le cito qui con dei sinonimi più eleganti in modo che il lettore possa immaginarle nella loro forma più volgare e stabilire se andare avanti o no: toeletta e sterco.

Vamos? Leggi il seguito di questo post »