– buongiorno.
– buongiorno, come posso aiutarla signore?
– avrei bisogno di un biglietto per Rio.
– dunque, da Porto Seguro a Rio… che giorno?
– venerdì.
– venerdì, venerdì, sa dirmi che giorno è?
– dovrebbe essere il 7 febbraio.
– bene, Porto Seguro il 7, Rio l’8, che sonno…
– sì, ehm, venerdì, di pomeriggio.
– ho sonno, mi piace molto dormire sa? dormirei tutto il giorno…
– sì, ha ragione, anche a me piace.
– ora chiamo per la prenotazione… lei viaggia per tornare dalla sua famiglia?
– no, vivo da solo.
– non ha figli?
– no.
– neanche io ho figli sa, se una vuole organizzarsi la sua vita, fare delle scelte, poi se arrivano i figli diventa più difficile, cioè, non si può scegliere nella totale libertà.
– eh sì, in effetti…
– sa, mi piacerebbe molto viaggiare.
– è molto bello, sì.
– io qui faccio i biglietti a tutti, sento di decine di destinazioni dove non sono mai stata, un giorno mi piacerebbe prendere un autobus anche io, conoscere tutte quelle città per le quali ho fatto i biglietti agli altri, e non tornare a casa se non dopo mesi… oppure  una barca, prendere, quella di Yemajá, che bello, lo sa che questa sera c’è la cerimonia di devozione alla nostra divinità del mare? Si lasciano i fiori su una barchina di legno, che viene portata al largo, dove Yemajá è più forte e più presente, e si donano al mare le barchine e i fiori che queste contengono, e li si lasciano a lei, e al mare del quale lei è regina sovrana, perché lei ci protegga, ci doni a sua volta il sostentamento che viene dal mare, e perché esaudisca i nostri desideri.
– affascinante…
– sì che bello, tra una mezz’ora chiudo l’agenzia e vado a sognare Yemajá.
– ehm, mi scusi, e il mio biglietto?
– ah sì, il suo biglietto…