Vorrei raccontare di una scorribanda in rua um, dove i meninos hanno ripreso a fare assistenza alle famiglie distribuendo le ceste basiche – chi sono i meninos? Perché distribuiscono le ceste basiche? Che cos’è una cesta basica? –, dove, se arrivi troppo tardi, da Dida, la feijoada è finita e si dovrà aspettare sabato prossimo – perché la feijoada si mangia solo di sabato? –, dove doveva esserci una festa in maschera, perché i bimbi passavano vestiti da Capitan America, da uomo ragno, da streghe e da morte, con tanto di falce; e da fate e folletti; e di quel manichino di donna incatenata alla ringhiera del posto degli artisti, dove questa notte il Cristo, che a noi volta le spalle, sembrava sospeso nel cielo nero, perché una nuvola tagliava la collina sulla quale è appoggiato, la collina del gobbo. Dov’è la favela Rocinha, e perché il Cristo ci volta le spalle? Vorrei raccontare tutto questo e altro, ma non c’è mai tempo.
Però se ai cortesi affezionati alla Finestra sulla favela, mentre leggono i post, venissero curiosità e domande su ciò che stanno leggendo e sulla favela Rocinha, non ci sarebbe che proporle nei commenti del blog, oppure sulla pagina di facebook, e la finestra sarà lieta di affacciarsi verso questo o quell’altro aspetto magari finora colpevolmente trascurato.