Stavo riportando una lettera di Marianina che seguirà, e mentre leggevo e riportavo, hanno sparato. Poi è cominciata la partita del Flamengo, la finale della coppa del Brasile, e hanno sparato, ed è partita la prima raffica di fuochi d’artificio per la partita: c’è chi esulta e c’è chi spara. I vicini hanno piazzato la televisione fuori stasera, e si guardano la partita e io, approfittando mio malgrado del loro apparecchio, ascolto da dietro la finestra il clamore dello stadio e i commenti gracchianti della vicina, e sparano. Un colpo d’arma da fuoco non si confonde con un’esplosione da fuoco d’artificio: capita e vola via. Fine del primo tempo, il Flamengo è in vantaggio e continuano i fuochi d’artificio. Questi capitano con frequenza e intensità irregolare, come i gradini dei vicoli di favela, come quando fai saltare i pipoca (i pop-corn). Sparano. Questi erano colpi d’arma da fuoco: non rimbombano e non fanno eco, sono chirurgici. Il Flamengo ha segnato, la vicina gracchia, sono al centro di uno stadio e non è la televisione: un coro uniforme arriva da dietro, dove c’è la rua um, da sinistra, dove c’è da Macega e Cesario, una scarica di fuochi d’artificio in alto mentre il cane abbaia e la vicina grida, da destra dove c’è Portão Vermelho, sparano, da davanti, dove c’è lo strapiombo verticale e nero dei Dois Irmãos, nel centro di un ciclone di umanità. C’è un attimo di calma. Finisce la partita, ha vinto il Flamengo, esco. Fuochi e luci sovrastano l’intera valle; là sotto ci sono sei soldati della Core che passano in perlustrazione puntando i fucili verso le finestre e ad altezza d’uomo, mentre un bagliore di luci rosse, bianche e gialle che si rifrangono nel fumo delle esplosioni li sovrasta. Sparano. Non quelli della Core qua sotto, ma qualcuno come loro da qualche altra parte. I soldati della truppa che si vede da qui sta all’erta, entra nella rua dois mentre sul viale della estrada da Gávea, sfrecciano auto e motorini con le bandiere di Flamengo e i clacson spiegati. Il nero dello strapiombo dei Dois Irmãos è spezzato da pallini verde fosforescente che tremano. Sparano ancora. La festa non finirà e domani gli elicotteri della BOPE sorvoleranno la Rocinha.