un impiegato in favela

Freetown travolta ancora

In Finestra sulla Sierra Leone Il ritorno on 31 agosto 2017 at 18:06

Da Finestra sulla Sierra Leone Il ritorno, di Un impiegato in favela

Ti ricordi la notizia dell’alluvione in Sierra Leone di un paio di settimane fa? Riporto un messaggio di un amico, padre Maurizio Boa, che lavora in soccorso dei sierraleonesi da almeno due decenni.

Sierra Leone alluvione 2017 - Maurizio Boa

“In Agosto a Freetown piove sempre ogni anno e piove molto e in modo torrenziale.
Per tanti anni è piovuto e basta e la gente era anche contenta perché così l’acqua per la stagione secca era assicurata. Allora le colline di Freetown erano ricoperte da folta vegetazione e rigogliose foreste.
Poi pian piano, ma non troppo, tutto è cambiato e al posto del verde delle foreste hanno cominciato ad esserci case, sempre più case. Lo si può vedere ora: un disordine di case al posto del verde ricopre le colline.
E così assieme alle benedette piogge sono arrivate le annuali, costanti, sempre più invadenti alluvioni.
Alcuni quartieri più di altri ne hanno subito le conseguenze. Kroo bay, la miserevole bidon ville della capitale ne è un esempio chiaro.
Acqua che invadeva le strade trasformandole in torrenti talvolta cos impetuosi che era impossibile avventurarsi dentro senza venirne travolti.
2012 alluvione e crolli e morti
2015 alluvione con crolli e morti numerosi
2017 alluvione, slavina che travolge un quartiere di Freetown, Loaf sugar (pan di zucchero) più di 1.000 morti di cui 300 bambini e poi acqua a non finire a sommergere i quartieri bassi.
Erano le sei del mattino, il muezzin aveva chiamato alla preghiera, la gente si stava alzando per andare al lavoro o a cercare lavoro. Pioveva, un pioggia violenta, continua che durava da due giorni. I bambini continuavano a dormire cullati del ticchettio della pioggia sui tetti di lamiera. E sono scivolati nel sonno verso la morte, travolti con la famiglia da fango e acqua e sono morti …
Il chiarore del mattino ha rivelato la vastità del disastro e subito la mente è corsa al possibile numero di gente sepolta da tutta quella marea di fango e detriti e chi se ne intendeva bene parlava già di più di 1.000 morti…
Pianto e disperazione. Ancora una volta la Sierra Leone.
La guerra brutale e devastante, l’epidemia di ebola che silenziosamente, invisibilmente si portava via le vita e ora questa catastrofe che in poche decine di minute inghiotte vita umane con le loro attese, le loro speranze, i loro desideri.
Non ci resta che piange, rimboccarci le maniche, seppellire i morti, cercare i dispersi, aiutare chi in un attimo si è trovato senza famiglia, senza casa, senza sicurezza alcuna.
E i morti vengono sepolti assieme ai morti di ebola, si aprono posti di accoglienza e chi ha bisogno trova in fretta un centro che lo accoglie e gli dà rinnovata speranza. Tra i poveri la solidarietà c’è ed è immediata.
Si cercano le cause… e le si trovano facilmente in questo correre verso la città dai villaggi lontani. Freetown non è progettata per tutta questa gente Non c’è acquedotto, non ci sono strade e nemmeno fognature e non c’è sempre la luce elettrica.
Un formicolio di gente che cerca di costruirsi un rifugio, una casa dove può e le foreste spariscono e l’acqua non ha più freno alla sua corsa verso il basso.
Ora lo si sa, il governo aveva parlato, li aveva messi in guardia, ma la necessità è stata più forte del pericolo da correre e le conseguenze che già si potevano constatare anni fa si sono fatte visibile mortali in questa ultima alluvione.
Contro la natura si può andare ma non si potranno sempre evitare conseguenze di morte.
Quello che c’è di grande e umano in queste situazioni di improvviso dolore è la solidarietà che da subito si presentata sotto forma di cibo, acqua, vestiti e presenza amorevole. Così nessuno resta solo a piangere la sua solitudine.” Maurizio Boa

Finestra sulla favela aveva raccontato l’alluvione del 2015, quella che aveva portato via molte persone e che – diceva la gente – aveva spazzato via l’ebola, ecco i racconti di allora:

Un impiegato in favela

Chi è che sta in favela?

Finestra su cosa?

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