Di Lookman, Di Un impiegato in favela
Mh mh. Sto imparando a scrivere le lettere! Sì sì. L! Questa è la elle. Il mio nome comincia con L. A è difficile ma ho imparato a scrivere anche quella, mh mh. So scrivere in inglese e in italiano. Poche parole ancora ma buone, per esempio: L A T T E, buonissime! Ho imparato anche i numeri, alcuni, non tutti. Per esempio, in ascensore (l’ascensore serve per salire senza fare le scale e per guardarsi allo specchio e non posso prenderlo da solo, proprio no, mh), in ascensore ci sono 0, 1 e 2. Poi con i numeri si misura il tempo che passa e il tempo che fa. Per esempio, adesso l’orologio indica le 10? Vuol dire che è mattino, mh mh. Ci sono ancora 2 ore prima che mi lasciano mangiare il pasto BIG, quello col latte, il semolino e la carne liquida, mh mh. 2 non è tanto, posso aspettare. Il tempo che fa è altra cosa. Quando sono arrivato in Italia non era così, era come in Sierra Leone: faceva 25, 30 e ancor più. Mi hanno fatto la prima operazione e il tempo è passato, 1, 2, 3, 4, 5 giorni e ancor più, mh mh. Man mano che il tempo che passa passava, i numeri del tempo che fa scendevano. A un certo punto faceva 10, 15, che vuol dire che faceva freddissimo e già servivano il giubbotto imbottito e il cappello. Adesso fa 2, 1 e perfino 0! Quando fa Zero l’acqua diventa ghiaccio e potrebbe venire la neve, che io finora ho visto solo nei film dell’Era Glaciale e che non sono sicuro di voler vedere dal vivo, mh mh!
Con Zero, servono due giubbotti imbottiti uno sull’altro, il cappello e i guanti! Ah, una cosa volevo farti sapere mh mh: che col fatto che ho imparato a scrivere le lettere fino alla Z ho potuto vedere L’era glaciale (ti saluto da questo video su facebook, se vuoi, ma non a lungo che devo guardare il film, e poi “era glaciale” si dice “ice age”, non “glacial era”, lo sanno pure i bambini!) e poi che il 15 gennaio entro in ospedale per farmi un’altra operazione, e speriamo, man mano che il tempo che passa passa e che il tempo che fa torna a fare 25, speriamo di restare tutti a bocca aperta!
Nda. Lookman è in Italia per una serie di operazioni che se va tutto bene lo riporteranno a mangiare dalla bocca e ad avere una vita innanzitutto, e poi una vita come tutti gli altri bambini (per lo meno come quelli della Sierra Leone). Lookman è in Italia col papà da luglio 2016 e ci resterà ancora per qualche mese. Le cure mediche sono agevolate dal Policlinico Fondazione De Marchi di Milano e dal San Paolo di Milano (la prossima sarà realizzata presso il San Paolo). Le spese per le cure mediche sono coperte dalla Regione Lombardia. Una catena di solidarietà guidata da Mammadù Italia Onlus (alla quale fanno seguito ABN Onlus, Casamica Onlus e tanti volontari che ormai sono amici di Lookman) si occupa di tutto il resto. Se ti va di sostenere economicamente l’iniziativa puoi fare anche una piccola donazione a Mammadù Italia Onlus facendo click qui. Se ti va di sostenerla in altro modo, per esempio facendo compagnia a Lookman e al padre, aiutandoci con i passaggi in ospedale per le visite nei periodi fuori dal ricovero, contattami che ci si racconta meglio. Ecco la storia di Lookman fin dall’inizio e segue una piccola galleria fotografica di Lookman in Italia fino ad oggi.