un impiegato in favela

Ad Antonio Spirito

In Ad Antonio Spirito, Finestra sulla favela Rocinha, Il libro della Finestra on 27 gennaio 2016 at 16:41
(Foto di Antonio Spirito)

(Foto di Antonio Spirito)

Non credo all’esistenza del Paradiso, o quanto meno non credo che esista un luogo oltre la vita, sopra le nuvole, un luogo ultraterreno dove ci rechiamo dopo la morte, che si possa vedere con gli occhi, più o meno toccare con le mani. Non credo che Antonio Spirito, che ci ha lasciato questa settimana, ci stia osservando da lì né da qualsiasi altro luogo. Non credo che stia da qualche parte a fotografare David Bowie che canta per gli angeli. Sì, però non credo neanche che le parole “esistenza” e “vita” si possano o si debbano associare solo a qualcosa di strettamente materiale. Esistono e vivono i ricordi, esistono e vivono le immagini. Antonio, non credo al Paradiso ma so di non sapere e so che potrei sbagliarmi. Così adesso nel dubbio, se me lo concedi, ti darò del tu per condividere qualcosa di te con chi si affaccia alla Finestra, alla TUA finestra. Sì, perché la foto che identifica in modo immediatamente visivo la Finestra sulla favela da quando essa si è dischiusa per la prima volta, a luglio del 2012, e, prima ancora, da quando la si stava scavando tra i mattoni di una parete sgangherata e senza intonaco di favela, è la tua foto, la foto della Finestra sulla favela. Per condividere di questo e di poche altre circostanze, dicevo, se me lo concedi, ti darò del tu.

Antonio, le tue foto hanno accompagnato per intero la mia esperienza in favela fin dall’inizio. Sono felice di aver contribuito alla realizzazione delle mostre di Gente da Rocinha, sono felice di essermi deciso a realizzare con te l’idea della quale ti avevo parlato già diversi anni fa, l’idea del libro di parole (le mie) e di immagini (le tue) che raccontassero una parte della favela Rocinha e della sua popolazione. Te ne sei andato in modo così inatteso, proprio mentre stavamo vivendo un ritorno alla nostra condivisione e al nostro impegno congiunto, ma che fortuna che siamo riusciti a vederci ancora dal vivo quest’inverno, che fortuna che abbiamo avuto tempo di organizzare la nuova edizione della mostra, che siamo riusciti a fare il libro insieme, che abbiamo avuto tanto tempo per vivere e condividere. Che fortuna che non hai aspettato oltre a intraprendere la strada della fotografia a tempo pieno, quella che sentivi tua. Che fortuna che hai potuto vivere gli ultimi tempi facendo il fotografo e continuando a essere Antonio Spirito. Del fare il fotografo stavi vivendo anche tutte le difficoltà. Non c’è stato il tempo di andare oltre.

Non credo al Paradiso ma i ricordi di te esistono e le tue foto restano qui con noi, di questo sono convinto. Restano le vedute di Rio dall’alto della favela, i vicoli stretti e gocciolanti e quelli coloratissimi; restano i volti dei bimbi, i sorrisi dei bimbi che in uno scatto sgretolano pregiudizi covati per una vita intera, liberano la conoscenza della favela già mistificata e bistrattata, una consapevolezza nuova. Le tue foto dissolvono la nebbia sulla favela, i ricordi di te dissolveranno una fine apparente.

Antonio Spirito è mio amico, è un fotografo. Ha deciso di lasciarci, di lasciarci i suoi ricordi e le sue foto. Alcune delle sue foto che per anni hanno accompagnato me e Finestra sulla favela, eccole a comporre la galleria qui nel seguito. Altre foto sono state scelte e riviste da Antonio per l’ebook creato insieme, Finestra sulla favela: Racconti e immagini dalla Rocinha di Rio; altre saranno montate alle pareti dell’Ostello Bello Grande di Milano giovedì 28 gennaio 2016 (e fino al 6 febbraio). Dalle 19 in poi (ecco l’evento facebook) saremo lì per vivere insieme i ricordi di Antonio, le sue foto e ciò che ci ha fatto incontrare: Il Sorriso dei miei Bimbi Onlus e la favela Rocinha, i suoi bimbi, i suoi volti, i suoi sorrisi.

Caro Antonio, ti abbraccio ovunque tu sia, Paradiso o non Paradiso. Ti dedico un passaggio del nostro libro. Abre a Janela na favela!

Si trovano qui, quel mondo perduto e i suoi spiriti: passando attraverso i giochi e le danze di una bimba, dopo essere stati massacrati la prima volta, dopo aver preso la forma di pescatori, contadini, schiavi e abitanti di favela, e dopo essere stati martoriati ancora, hanno trovato un luogo più sicuro dove continuare a esistere: gli alberi, gli insetti e gli animali. Dimorano nelle costole e nei teschi dei cavalli, nel volo e nelle grida selvagge dei rapaci, nel vento e nelle fronde attraverso le quali il vento ulula, nelle mosche e nelle zanzare che tormentano il sonno di coloro che furono i naviganti, gli esploratori, i conquistatori e gli inquisitori nel nome di Sua Santità e del Re; e si lasciano vedere solo dai bimbi, e con questi giocano.

Antonio Spirito Marco emma

  1. […] immagini dalla Rocinha di Rio”, l’e-book con i racconti miei e le foto dell’amico Antonio Spirito, disponibile su Amazon per Kindle e dispositivi con applicazione Kindle, puoi scaricarlo seguendo […]

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