Colore viola per celebrare un matrimonio, cielo plumbeo e nuvole cariche si affacciano a migliaia di addii forzati dall’ebola, e la radio va, e le onde raggiungono le zone rurali, polverose, e le case coloniali eredità di un tempo rigoglioso, e le piscine apparentemente serene di chi si avvale di qualche risorsa in più; e scandiscono una sillaba dopo l’altra: “non è ancora finita!”, “portate gentilezza ai sopravvissuti, sono i nostri eroi!”, “Lavati le mani, lavati sempre le mani!”. Un Pastore pentecostale aspetta immerso nel bianco, arancione vivo, blu intenso, verde profondo della Sierra Leone il momento sublime di benedire. Uomini incappucciati fanno quello che possono per rispettare il ritorno alla terra di un corpo lasciato senza vita dal male che viene dalla foresta. Su qualcuna di queste bare qualcuno piange, su altre nessuno. Abbiamo chiamato, abbiamo chiamato chi fosse madre, cugino o amico di Suliman Kamara, 3 anni, ma non ha risposto nessuno. La foschia si mischia alla polvere tra le palme, e rende pallido il sole. Noi facciamo del nostro meglio perché le coltivazioni riprendano e le fabbriche riaprano. La stagione delle piogge questa notte ha gridato che presto sarà da noi: ci porterà freddo al mattino, acqua, malaria, campi fertili. Noi stiamo qui davanti a questo pannello blu ad aspettarla, e ad aspettare che le piante crescano, e facciamo del nostro meglio per vivere.
Finestra sulla Sierra Leone Il ritorno oggi fa due mesi e festeggia proponendo a chi vi si affaccia un consiglio per la VISIONE. Parallelo Zero ha appena pubblicato due bellissimi servizi fotografici sulla Sierra Leone, un modo per conoscere questo Paese oltre ai soliti fiumi di parole. Ecco: le immagini ti raggiungeranno se vorrai seguire questi link: