Da una finestra di favela si scorge la “pedra da Gavea”, misteriosa altura di circa 850 metri; la sua cima piatta sovrasta la forma di un viso umano saggio e pensieroso, dall’aria preistorica. Qui ci si ritrova un’antica iscrizione che riporterebbe la firma di un re fenicio, ma che è una falsificazione più recente. Inoltre nella Pedra da Gavea c’è un’apertura che – qualcuno racconta – porta alla leggendaria El Dorado.
Dalla stessa finestra si scorgono, sui tetti delle case di favela, vasche di Eternit che fanno da contenitori d’acqua, per lavare e lavarsi. In favela non c’è l’acqua corrente diretta e ogni casa ha il suo serbatoio che viene periodicamente riempito. La maggior parte di queste vasche sono di plastica, ma di amianto se ne vendono tante (si potrebbe dire una su cinque per voler stare bassi). Con ogni probabilità a molti degli abitanti non è arrivata notizia dei danni che provoca l’amianto, né della recente condanna ai danni di Eternit; né le
Istituzioni fanno fanno nulla per diffondere l’informazione o per prendere provvedimenti, tanto meno sotto elezioni (domenica 7 ottobre si vota per il municipio di Rio).