un impiegato in favela

Il cammino della rua 3: vietato giocare a pallone

In Finestra sulla favela Rocinha, Strade di Rocinha on 23 agosto 2012 at 00:52

vietato giocare a pallone

Riposarsi a volte è necessario e c’è chi per farlo legge o scrive; poi gli occhi si chiudono e il sonno prende il sopravvento. Ci sono giornate nelle quali non è facile svegliarsi anche se negli ultimi giorni il lavoro non è stato così intenso, ma sei stanco. Ti chiedi perché, ci pensi; provi a risalire alla radice e ti rendi conto che la stanchezza può avvolgerti anche se non hai fatto nulla, anche se non sei arrivato da nessuna parte; può farlo anche solo per aver passeggiato, ad esempio lungo la rua 3 della favela Rocinha, come nella rua do  rato molhado (la strada del ratto bagnato), dove sei stato colpito da una raffica di immagini inedite e che mai saresti riuscito a costruire con la sola fantasia.

La rua 3 parte dalla cima della rua 4, dove sono state costruite le case popolari: recente e appariscente progetto di ristrutturazione ad opera del Governo. Nella rua 3 c’è il progetto sociale no-profit gestito da Nando, con classi per bambini che si svolgono il sabato pomeriggio, e, ridiscendendo gli scalini che passano di fianco alla struttura che ospita tale progetto, ci si ritrova in una piazzetta dove i bambini amano giocare a pallone oppure con la corda per saltare. Quando la corda è una e sufficientemente lunga e loro sono tanti, il gioco funziona così: due di loro alle estremità la fanno ruotare, gli altri ci saltano in mezzo, in cinque o sei dai quattro anni in su; il primo che inciampa nella corda è eliminato. In questa piazzetta è facile incontrare Arthur, che ti cita a raffica, uno dietro l’altro, i cognomi dei giocatori di calcio e vuole assicurarsi che tu li conosca, così ti chiede di pronunciare il nome, o almeno la squadra dove giocano; ride felice se conosci i giocatori, come se ogni volta scoprisse un legame con te che abiti in un luogo lontano e sconosciuto; ci rimane male se – no – proprio questo non te lo ricordi. Ci sono Otavio e Wallace, cugini, che  girano per le strade sempre insieme, fino a notte inoltrata, e a volte non sanno dove andare e tirano tardi in rua 4, se sono stati mandati via a causa di una litigata con gli adulti di casa loro. In una casa che fiancheggia la piazzetta ci abita una bimba che può muoversi solo in carrozzina. A volte chi si occupa di lei la porta fuori a stare con gli altri bambini, ma la favela è un intreccio di barriere architettoniche e sarà difficile la bimba si muova molto spesso da qui.

Sgorgano rivoli d’acqua dai tubi; ci si dissetano cani e bambini. Di qui parte una rampa di cemento che sale verso gli ingressi delle case che alla piazzetta si affacciano; panni stesi, tubi e rocchetti di filo elettrico, intonaco sgretolato e inverdito dalla muffa, mattoni forati che traspaiono. Lasciandosi alle spalle il progetto di Nando, passi sotto l’arco rettangolare formato da una casa sopraelevata, sulla quale compare un cartello che cita il divieto di giocare a pallone dalla mezzanotte del giorno di pubblicazione (una data del 2009); una targa precipitata qui da un altro mondo.

Di qui parte l’intreccio di vicoli che prende il nome di rua do  rato molhado (la strada del ratto bagnato). Ma questa è un’altra storia.

  1. […] prende il nome di rua do  rato malhado (la strada del ratto bagnato) parte da una traversa della rua 3. Il groviglio di vicoli, di muri e di scale scomposte, dagli scalini asimmetrici che ti vedi salire […]

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  2. […] a vivere in una casa dove passa un rivolo di fogna sul pavimento; eppure lo sai che in rua um, in rua tres, nel beco do  rato molhado, qualcuno in questo momento sta vivendo in queste condizioni. Così […]

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  3. […] la sera, puoi fermarti al pagode e poi, alla ricerca di un  altro ritmo, puoi scendere per la rua  tres, lungo la quale i bar e alcuni negozi sono aperti anche la sera tardi, soprattutto quelli da […]

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  4. […] bagnasciuga, c’è un dispiegamento di bimbi di giovani di adulti e i visi sono quelli che vedi in rua tres, o in rua quatro, come in rua um, e nei vicoli che si avvicendano a partire dal beco do rato […]

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